Chi siamo

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Il Casale Alba 2 è situato nel Parco Regionale di Aguzzano e autogestito da una assemblea di quartiere che lo ha aperto alla collettività dal Dicembre 2012 sottraendolo a progetti non coerenti all’uso pubblico cui era destinato. E’ un luogo di condivisione e partecipazione senza scopo di lucro e/o reddito nè partentele partitiche, in un quadrante troppo spesso abbandonato dalle istituzioni. Uno spazio in cui si stanno costruendo, dal basso, nuove modalità di organizzazione, condivisione, socialità, basate sul rispetto reciproco, la solidarietà, l’uguaglianza, senza distinzioni di sesso, colore, cultura, etnia. Un contenitore in continua evoluzione, da riempire con i contenuti di coloro che partecipano e rendono il Casale un posto accessibile, attraversato, vivo. La linfa vitale del Casale sono i laboratori, frutto della condivisione di saperi e risorse di volontari, dove la partecipazione è libera e gratuita. Chiunque voglia proporre nuovi laboratori, attività, incontri, dibattiti è il benvenuto/a: il Casale è nato, e continua ad essere, come una scommessa aperta da giocare fino in fondo, sperando che saremo sempre più a tentare, nel nostro piccolo, la costruzione di una realtà più aperta, più partecipata, più attenta alle esigenze del territorio e dei suoi abitanti.

Fanno parte dell’attività del Casale la cura e tutela dell’intero Parco di Aguzzano, cui viene dedicata una giornata di pulizia e manutenzione mensile, e numerosi progetti nei quartieri circostanti, come il Comitato Mammut di Ponte Mammolo, il progetto San Basilio Storie de Roma, il Nodo Territoriale Tiburtina, il Forum per la Tutela del Parco di Aguzzano.

L’assemblea del Casale si tiene tutti i mercoledì alle 21:00

 

Contatti
www.casalealba2.org – coordinamentoparcoaguzzano@inventati.org

 

Per saperne di più sul sulla storia del Casale…

 

Il Casale Alba 2 nasce su iniziativa del Coordinamento per la Tutela del Parco di Aguzzano, una rete di abitanti, comitati, associazioni nata spontaneamente agli inizi del 2012 come espressione del dissenso contro il progetto ICAM nel Casale e contro le variazioni del piano di assetto del Parco. La vertenza su sviluppa per far sì che questo polmone verde continui ad esistere nella sua forma attuale senza essere cementificato, militarizzato o trasformato in bene di consumo per i profitti privati. La rivendicazione del Coordinamento prevede che i casali siano luoghi di attività socio-culturali per il quartiere e la città, nei quali respirare cultura, socialità, partecipazione. Se oggi si parla del Parco di Aguzzano lo si deve solo ed unicamente alle battaglie fatte dalle persone e le realtà del quartiere nell’arco di 30 anni che hanno permesso di salvare questo bene collettivo dalla speculazione edilizia e successivamente di valorizzarlo.

Il Coordinamento ha ricostruito un percorso che non si limita a difendere il Parco dall’ennesimo attacco speculativo, ma che ha rappresentato per molte persone un’ occasione per conoscersi e condividere idee e sogni in un territorio povero di spazi sociali come il IV Municipio.

La raccolta di 3500 firme nel quartiere, insieme agli approfondimenti e ai ragionamenti sul progetto ICAMi, hanno reso evidente che si tratterebbe non solo di un’area militarizzata in cui recludere le madri con i loro figli, senza alcun rispetto per la loro dignità, ma anche del pretesto per aprire la strada alla cementificazione e alla distruzione graduale del parco.

Alla speculazionil Coordinamento ha opposto un nuovo modo di intendere la socialità e gli spazi, concepiti non come contenitori vuoti, ma come luoghi “vivi” di aggregazione, confronto e cultura da costruire senza più chiedere e reclamare per ottenere false promesse, bensì riscoprendo la gioia della condivisione, dell’attivazione dal basso, del “fare” insieme con le proprie mani senza discriminazioni di colore, sesso, cultura, etnia.

In continuità con queste idee il Coordinamento ha riaperto il Casale Alba2 (restaurato e inutilizzato dal 2009) per restituirlo alla collettività, cercando di integrarlo con l’ambiente e la sua originaria destinazione socio-culturale. Il sogno è quello di uno spazio sottratto alle logiche di potere e di profitto, aperto alla libera condivisione di saperi e risorse, in cui le persone non si limitino ad usufruire passivamente di un servizio, ma siano attivamente protagoniste dei suoi percorsi, delle sue attività, della sua gestione, della sua volontà di armonizzare e valorizzare le diversità.