CASALE ALBA2 – PERCHÈ NO ALL’ICAM
INTRODUZIONE
Alcuni importanti motivi ci hanno condotto, dopo un percorso lungo e complesso durato più di un anno, a riaprire il Casale Alba2 nel parco di Aguzzano per restituirlo alla collettività, in opposizione al presunto progetto ICAM presentato dal Ministero di Giustizia. Abbiamo illustrato questi motivi più volte in assemblee pubbliche, volantini, newsletter, pubblicazioni e lo rifaremo ancora ogni giorno nelle attività e nei laboratori che fanno vivere il Casale. Con questa riappropriazione stiamo dando spazio a tutte le iniziative per tutelare il Parco e il territorio da criminali progetti di cementificazione e speculazione edilizia, ad una socialità che sembra smarrirsi nella periferia metropolitana e alla solidarietà nei confronti della popolazione detenuta, a partire dalla condizione delle madri con bambini detenute a Rebibbia.
Siamo convinti che la scelta di localizzare un ICAM all’interno del Parco sia a tutti gli effetti un pretesto per avviare una speculazione edilizia dei privati all’interno del Parco. La struttura pensata per questo istituto di custodia attenuata è, infatti, estremamente diversa dagli altri ICAM, molto più somigliante ad un carcere che ad una casa famiglia: doppi muri di cinta alti quattro metri, camminamenti che li avrebbero dovuti sovrastare, illuminazione a giorno per i viali del parco, aumenti di cubatura, barriere per impedire la libera circolazione nel parco, sbarre alle finestre, guardie armate.
Più complessi sono i discorsi che stiamo facendo sulla detenzione in genere ed in particolare sulle madri detenute con i loro piccoli. Ragionamenti che sviluppiamo con persone che da anni si occupano di carcere, che hanno vissuto o vivono tutt’ora la realtà carceraria. Pur nelle mille sfaccettature della problematica in questione, crediamo che nessun bimbo debba crescere rinchiuso in una cella, che nessun bimbo debba identificare la propria madre con la condizione di reclusione, le porte blindate, le sbarre, che una sana relazione affettiva ed educativa tra madre e figlio non possa in alcun modo essere mediata da una condizione di militarizzazione e da un regime di sorveglianza. A ciò va aggiunto che gli esigui spazi del Casale Alba2 avrebbero costretto le madri detenute ed i loro bambini in una condizione di costrizione fisica e di limitazione del campo visivo ancor più afflittiva ed umiliante. Ma questo evidentemente era un dettaglio trascurabile per i politici bipartisan che costruiscono la propria immagine elettorale sulla pelle altrui!
E’ da qui che si è iniziato a parlare di carcere e di tutte le forme di detenzione, primo fra tutti l’enorme complesso di Rebibbia che per molti è poco più di un contenitore vuoto, mentre in realtà racchiude dentro di sè realtà differenti, sofferenze, dolore, condizioni disumane. Abbiamo quindi volentieri voluto dar voce alle detenute di Rebibbia, accogliendo la loro proposta di ospitare la “Bancarella Sprigionata”, una piccola proposta di oggetti artigianali realizzati con materiali di recupero e autoprodotti in carcere; abbiamo ospitato, attraverso l’associazione A Roma Insieme, i piccoli detenuti di Rebibbia, in una giornata ludica ricca di attività e di emozioni; a capodanno un presidio di centinaia di persone ha espresso vicinanza a chi è privato della propria libertà. Piccole modalità per esprimere solidarietà concreta a chi intende reagire e sollecitarci a tenere stretto tra le nostre mani l’altro capo di quel filo che non trova ostacoli nelle mura circondariali dei penitenziari.
Per tutte queste ragioni abbiamo concluso che il modello ICAM proposto per il Casale Alba2 è concepito come “un piccolo carcere nel verde” e, essendo di fatto un carcere, è assolutamente inadatto a tutelare il rapporto madre-figlio. Crediamo, inoltre, che continuare a indicare il progetto del Casale Alba 2 come valido in accordo alla legge 62/2011 sulla detenzione attenuata delle madri detenute sia un evidente paravento per giustificare la mancata attuazione della suddetta legge (questa necessita del Piano Straordinario Penitenziario, mai promulgato) ed una profonda mancanza di rispetto nei confronti di tutti, specialmente delle detenute madri e dei loro piccoli che sono ancora rinchiusi dietro le sbarre. Nessuna mamma, nessun bambino deve essere più recluso.
Su Aguzzano e i suoi casali non si specula!
Coordinamento per la Tutela del Parco di Aguzzano
Casale Alba2
IL PARCO REGIONALE DI AGUZZANO
IL CASALE ALBA2 E IL “NO” AL PROGETTO I.C.A.M.
DOSSIER TECNICO
PREMESSA
Il casale ALBA2 è un immobile di proprietà pubblica (Comune di Roma) antecedente al 1930 situato all’interno del Parco regionale Urbano di Aguzzano (L.R. 55/89) e costituisce, insieme agli altri 4 casali presenti all’interno al perimetro del Parco, un sistema unitario di casali, memoria storica dell’Agro Romano. Censito nella Carta storica archeologica monumentale e paesistica del Suburbio e dell’Agro Romano, è vincolato dal D.lgs. 42/2004 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” (Art. 10, comma 1: “Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché a ogni altro ente e istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico“; comma 4, lettera L: “Le tipologie di architettura rurale aventi interesse storico od etnoantropologico quali testimonianze dell’economia rurale tradizionale“). Tale normativa è sovraordinata ai Piani delle Aree Protette (L.R. 29/97, adeguata con L.R. 5/2009). Il Casale ALBA2 è stato recentemente interessato da un intervento di ristrutturazione conclusosi nei primi mesi del 2009, ed era inutilizzato nonostante le diverse richieste di avvio di progetti coerenti con le destinazioni d’uso definite nel Piano di Assetto del Parco e presentate a più riprese da Comitati e Associazioni territoriali.
INCOMPATIBILITA’ EDILIZIA DEL PROGETTO ICAM
Dal punto di vista edilizio il progetto presentato dal Ministero di Grazia e Giustizia (ICAM), non è compatibile con il casale ALBA2. Il progetto preliminare infatti prevede di eseguire opere di “ristrutturazione edilizia” e/o “nuova costruzione”. Il progetto prevede un ampliamento con sensibile aumento di cubatura e modifica della sagoma dell’edificio in palese contraddizione con il testo Unico sull’Ediliza (art.3 interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti) e con ilDecreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137” artt.21-26 .
NORMATIVA NON RISPETTATA DAL PROGETTO ICAM
Per il Casale ALBA2 la normativa vigente, richiamata in nota, ammette come possibili solo “opere di manutenzione ordinaria”, “opere di manutenzione straordinaria”, “restauro e risanamento conservativo” interventi cioè che non alterino i caratteri stilistici e storici della originaria struttura. Le N.T.A del Piano d’Assetto del Parco all’Art. 7 – Prescrizione per l’attuazione – Caratteri morfologici lettera u) Edifici di interesse architettonico e tipologico da riutilizzare, recita: “(…) Per tali edifici sono previsti interventi di restauro finalizzati al ripristino architettonico e ambientale; sono inoltre consentite le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria compatibili con le caratteristiche tipologiche ed architettoniche degli edifici stessi. Il progetto relativo a ciascun edificio dovrà prevedere la sistemazione delle aree di diretta pertinenza mantenendone le caratteristiche fisiche spaziali ed architettoniche. (…)”. Il progetto prevede la modifica sostanziale della tipologia degli ambienti interni, la modifica della fruibilità spaziale dell’edificio, l’alterazione tipologica del volume e l’alterazione della fruizione delle aree di diretta pertinenzaanche questa in contrasto con DPR 6 giugno 2001, n. 380 – testo Unico sull’Edilizia: ART 3 e nelle N.T.A. all’Art. 12 che non permettono alterazioni dello stato attuale dei locali ivi presenti.
INCOMPATIBILITA’ DEL PROGETTO ICAM CON LE DESTINAZIONI D’USO DEL PRU AGUZZANO
Dal punto di vista delle destinazioni d’uso, il progetto ICAM in ALBA2 che prevede una destinazione d’uso socio-detentiva con residenzialità, è altrettanto incompatibile. Nel PRU Aguzzano non sono previste destinazioni d’uso residenziali all’interno di nessuno dei casali come definito nelle Norme Tecniche di Attuazione (N.T.A.) Art.5-Attrezzature per la fruizione: “Il Piano individua le attrezzature consentite nelle aree di riserva orientata, all’interno dei manufatti esistenti, e in quelle di fruizione pubblica, all’aperto o in nuovi manufatti. Dette attrezzature, riportate nell’elab. 9b sono: a) Attrezzature di carattere informativo-didattico (…). b) Attrezzature di carattere culturale-didattico comprensive del Centro Musicale e del Centro Teatrale (…). Attrezzature di carattere espositivo-museale,(…). d) Attrezzature per lo sport (…). e) Attrezzature per il ristoro (…). f) Attrezzature per il gioco (…).” Il progetto ICAM, diversamente, prevederebbe la custodia, seppure attenuata, diurna e notturna, di detenute all’interno del casale.
INCOMPATIBILITA’ DEL PROGETTO ICAM CON LA PROPOSTA DI VARIANTE DI DESTINAZIONE D’USO
La destinazione d’uso proposta in variante dall’Ente RomaNatura prevede di poter integrare l’originaria destinazione di Casa della Musica, con una destinazione socio-educativa: “utilizzando il casale Alba 2 (…) non soltanto per attrezzature Culturali, didattiche ma anche per finalità Socio – Educative (…)”. Ma la funzione socio-educativa è in contrasto con il progetto del Ministero che propone un istituto di detenzione.Le attività socio-educative comprendono asili nido e strutture per l’infanzia, come definite nel Nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali del 28 ottobre 2007. Ulteriore conferma proviene dal documento della Regione Lazio Tassonomia delle strutture e dei servizi sociali del Lazio (aggiornato al 30 giugno 2011), che definisce i contorni della funzione socio-educativa come: “Servizio socio-educativo per la prima infanzia: Servizio per bambini con età fino a tre anni volto ad assicurare attività educative, ludico-ricreative, culturali e di aggregazione sociale. Il servizio non è sostitutivo degli asili nido “.Fra l’altro i locali dovrebbero ospitare almeno 10 bambini -da zero a 3 anni- necessariamente accompagnati dalle madri e/o dagli assistenti e dalla guardiania. Se si escludono dalla superficie di quest’ambiente le suppellettili e considerando la permanenza nell’ambiente di 10 adulti e 10 bambini, ognuno avrebbe a disposizione pochi metri quadri (!).
INCOMPATIBILITA’ DEL PROGETTO ICAM ALL’INTERNO DI UN AREA PROTETTA
Il progetto ICAM all’interno del Parco regionale di Aguzzano comporta l’introduzione delle seguenti sovrastrutture incompatibili con alcune regole previste dal Piano d’Assetto, dalle Norme Tecniche di Attuazione e dal Regolamento Attuativo (nonché da tutte le normative riguardanti le aree protette) come l’uso di “barriere colorate (…) affinché l’immagine complessiva non risulti opprimente”, non tiene conto della tutela del paesaggio; i sistemi di sorveglianza che prevedono l’uso di “motion-detector con illuminazione idonea anche alla visione in notturna“, non tengono conto delle esigenze della fauna notturna. In particolare nel Parco vivono diverse specie di uccelli rapaci notturni che sarebbero allontanati da questa zona; la realizzazione del “recinto” prevede l’abbattimento di alberi d’alto fusto “Pinus pinea“che caratterizzano la bordatura dei viali storici del Parco; la realizzazione della strada di accesso al casale ALBA2 con “stabilizzazione del fondo” e installazione di “una adeguata illuminazione”,non tiene conto che tali opere sono in contrasto con le limitazioni previste per l’area protetta (N.T.A. Art.6); il muro di recinzione esterna, alto 4 metri, è previsto in cemento armato. I muri di recinzione previsti nelle N.T.A. del Parco sono definiti nell’art.7 lettera p. Muri di Recinzione “Il Piano prevede la realizzazione di muri di recinzione per separare le aree utilizzate ad orto e giardino privato dalle aree di fruizione pubblica. Tali muri, individuati nell’elaborato 11a, dovranno avere altezza di m.2,00. Non è consentito sormontare i muri con ringhiere o simili.
INCOMPATIBILITA’ DEL PROGETTO ICAM CON LA LIBERA FRUIZIONE DEL PARCO
La realizzazione del progetto del Ministero di fatto “costituisce una limitazione alla fruizione del parco”, a differenza di quanto affermato nella relazione del progetto da parte dell’Ufficio competente del Ministero. La limitazione peraltro riguarda sia i fruitori del Parco ma anche gli eventuali futuri ospiti (madri e bambini) della struttura detentiva proposta:
1)il Casale ALBA2, divenuto carcere, non potrebbe ospitare più i servizi per i fruitori del Parco quale Casa della Musica;
2)il Casale ALBA2 diventerebbe inaccessibile ai fruitori del Parco “il recinto esterno sarà alto almeno 4 mt e dotato di sistema anti scavalcamento“;
3)la privacy dei cittadini sarebbe violata in quanto il progetto recita: “saranno adottati tutti gli accorgimenti necessari per evitare l’introspezione” (…), “l’intera struttura sarà dotata di un sistema di video-sorveglianza e motion-detector con illuminazione idonea anche alla visione in notturna“, in particolare sono previste “12 telecamere esterne con illuminazione”;
4)la vista panoramica del Parco di Aguzzano sarebbe compromessa dalla presenza del muro di recinzione alto 4 metri per una lunghezza totale di 240 metri;
5)la zona circostante ed esterna al ‘recinto’ del Casale ALBA2 sarebbe non praticabile liberamente poiché “dove possibile sarà predisposta una doppia recinzione, con l’individuazione di una fascia di rispetto“; e come successivamente definito nella nota 5 “la fascia di rispetto dovrebbe essere acquisita al di fuori dell’area minima considerata nel progetto”;
6) il transito degli automezzi di servizio diretti all’interno del Parco (antincendio, sorveglianza, manutenzione, ecc.) sarebbe limitato e controllato visto che il progetto prevede l’installazione di “una barriera di controllo per l’eventuale accesso di automezzi all’ingresso del parco (es. una sbarra automatizzata)“;
7) Il progetto preliminare prevede di recintare una “area minima“, cioè l’area di pertinenza del casale ALBA2 di 28×55 metri (1.540 mq) “coincidente con l’attuale recinzione del cantiere“. Tuttavia quest’area non sarebbe sufficientemente protetta e sicura per accogliere l’area “liberamente fruibile” da parte delle detenute, per cui il Ministero richiede la piena disponibilità di un’area ben più grande: 50x70mq (3.500mq) utile per realizzare 4 cortili interni (!!) .
8) Il Ministero richiede, inoltre, un’ulteriore ampliamento e “qualora l’area a disposizione fosse sufficientemente ampia si potrebbe pensare ad un’area cuscinetto da destinare eventualmente ad attività lavorative agricole, giardinaggio o semplice manutenzione di una porzione di parco. Ciò permetterebbe di allontanare il tracciato della recinzione di sicurezza (alta 4mt) dall’edificio (…)”. In questo modo i cittadini verrebbero privati non solo del casale ma anche di un’ampia porzione del Parco.
Coordinamento per la Tutela del Parco Regionale di Aguzzano