Domenica 7 Giugno Iniziativa sui Punti Verde Qualità a Parco Feronia

Domenica 7 Giugno Iniziativa sui Punti Verde Qualità a Parco Feronia

Il progetto “Punti Verde Qualità” nasce da un accordo che dal 1995 fà parlare di sè per la scandalosa gestione dei fondi e degli spazi  pubblici portata avanti in maniera bipartisan dalle varie amministrazioni Rutelli, Veltroni, Alemanno ed ora Marino. I punti verdi, come afferma la delibera 169/95, sono concessioni comunali gratuite di aree verdi  ad imprese private della durata di 33 anni, per la progettazione e realizzazione di attività commerciali in cambio della manutenzione e “rivalorizzazione” dei siti. In 19 anni il Campidoglio ha firmato più di 350 milioni di euro di fideiussioni (garanzie) alle banche che hanno finanziato i progetti delle ditte, di cui più di 250 sono stati richiesti all’amministrazione per insolvenza dei privati. La situazione ad oggi è una fotografia che dice tutto: su 67 concessioni solo 17 sono “completate”, 9 in via di realizzazione, 16 in fase di progettazione e 20 bloccate in attesa di ricollocazione. Di queste 19 sono sotto inchiesta, con tanto di arresti degli architetti comunali Stefano Volpe e Maria Parisi e gli imprenditori Massimo Dolce e Marco Bernardini.

E’ inaccettabile che il Comune garantisca credito illimitato a soggetti che poi scaricano sulla comunità i costi dei loro profitti e, assumendo una veste di “proprietari” delle aree che gestiscono come Parco Feronia e molte altre nel nostro municipio (Parco Kolbe, San Basilio, Torraccia e Tiburtino Sud), credono di poter fare il loro comodo speculando sui soldi pubblici.

Domenica 7 giugno:

dalle 17 incontro-dibattito con i comitati locali contro i Punti Verde Qualità

dalle 19 apericena

 

Nodo Territoriale Tiburtina

 

7-giugno

Domenica 27 Aprile Assemblea Pubblica: Gli accessi del parco e le altre emergenze di Aguzzano – Confronto su proposte e progetti di iniziativa diretta e popolare

 

Il parco regionale urbano di Aguzzano è un area naturale protetta di 53 ettari che conserva e testimonia le caratteristiche della campagna agricola romana . Nasce circa trent’anni fa dalla spinta e volontà popolare dei quartieri limitrofi che hanno evitato che al suo posto “spuntassero” circa 500.000 metri cubi di nuove costruzioni.

 

In tutti questi anni è continuato in varie forme ed intensità l’impegno alla sua salvaguardia e al suo arricchimento con strutture e interventi realizzati direttamente dagli abitanti e da associazioni di base dei suoi quartieri , mentre gli enti e le amministrazioni che dovrebbero difendere la sua tutela e realizzare le opere necessarie alla sua vivibilità ambientale , sociale e culturale sono sempre più assenti o propongono progetti speculativi farciti di cemento e asfalto , con assegnazioni dei suoi casali a privati o a centri di detenzione come quello progettato per il casale Alba2.

 

YANKEE GO HOME ! NO MUOS

Venerdì 19 Luglio

Ore 18 : Raggae contro il Muos e apericena a sostegno del presidio NO MUOS Niscemi

Ore 21 : Proiezione documentario No Muos Film

a seguire dibattito con il comitato No Muos Roma e Officina Fisica – Università La Sapienza

Il MUOS (Mobile User Objective System), che il governo degli Stati Uniti, in accordo con il governo italiano, ha deciso di installare a Niscemi, è un dispositivo di offesa e difesa militare a livello mondiale che scaturisce dalla corsa tecnologica senza precedenti di cui sono protagonisti i sistemi militari; fa parte di un progetto egemonico di totale controllo delle risorse globali attraverso l’uso spregiudicato della guerra.
La Sicilia è da anni ceduta agli interessi delle forze armate degli Stati Uniti, che hanno disseminato il territorio di basi, depositi e servitù militari sia proprie che della NATO, e trasformato Sigonella nella più importante base militare del Mediterraneo, capitale mondiale dei droni e vero Centro delle strategie imperiali americane.
Il Coordinamento dei Comitati NO MUOS è un movimento apartitico e aconfessionale, ad adesione individuale, fatto di persone di culture ed estrazioni sociali differenti ma che si riconoscono nei valori imprescindibili della libertà, dell’uguaglianza, della solidarietà.

YANKEE GO HOME!

Coordinamento per la tutela del parco di Aguzzano – Casale Alba 2

www.casalealba2.org

coordinamentoparcoaguzzano@inventati.org

Immagine di copertina

 

COMUNICATO DI SOLIDARIETà CON IL CINEMA AMERICA OCCUPATO

Qualche giorno fa siamo venuti a conoscenza del rischio di sgombero del Cinema America nei prossimi mesi.

E’ assurdo che per uno spazio come l’America si possa immaginare un progetto futuro diverso da quello attuato in questi sei mesi dalle realtà e gli abitanti del Rione: la restituzione al quartiere di uno stabile storico in cui sviluppare percorsi di socialità e di cambiamento dell’esistente.

Ci sentiamo molto vicini a quest’esperienza, nata pochi giorni prima del Casale, perchè crediamo fermamente nell’autogestione dei territori dal basso, da parte di chi li vive ogni giorno. Soprattutto quando questa pratica si scontra con la gentrificazione dei soliti palazzinari di turno, che, in accordo con le amministrazioni di ogni colore politico, vedono ogni lembo della città come possibile occasione di lucro senza minimamente tener conto dei problemi e delle esigenze della comunità. Le dinamiche speculative sono sempre le stesse, la corruzione e il clientelismo sono il frutto di un sistema malato alla radice. Dobbiamo ripartire da queste esperienze, dalla partecipazione diretta, contando sulle nostre mani, provando a rendere concrete le nostre idee.

 

Esprimiamo la massima solidarietà con gli occupanti del Cinema America, rilanciando la mobilitazione di venerdì 7 giugno alle ore 16:30 a Piazza San Cosimato.

 

Non si specula nè su Aguzzano nè da nessuna altra parte!

 

COORDINAMENTO PER LA TUTELA DEL PARCO DI AGUZZANO

 

CASALE ALBA 2

 

Qui il comunicato del Cinema America:

 

Abbiamo ricevuto da pochi giorni la notizia, da più fonti accertata, di un ordine di sgombero per il Cinema America. Il periodo a rischio andrebbe da giugno alla fine dell’estate. Ebbene sì: questi sei mesi di vita, di riappropriazione, di riqualifica di uno spazio abbandonato rischiano di essere prima bastonati dalle forze dell’ordine poi abbattuti dalle ruspe.

Nell’autunno scorso, mentre migliaia di precari, studenti, disoccupati e senza casa occupavano le strade della città, abbiamo riaperto il Cinema America per portare al centro di Roma le lotte di chi quotidianamente resiste ad una vita colpita dall’austerità.
Abbiamo riaperto un edificio fantasma e l’abbiamo reso vivibile, attraversabile dai bambini, colorato, animato e condiviso con i trasteverini che ogni giorno hanno riempito il Cinema del loro amore verso questo Rione.
Questa esperienza di sei mesi rappresenta per noi un modello di difesa del territorio: in armonia con i suoi abitanti e le loro esigenze, in lotta per la conquista di spazi d’espressione, in conflitto con chi vede i quartieri come una miniera d’oro da profanare a suon di palazzine.

Ma su qualche pezzo di carta depositato negli uffici del Comune c’è scritto che il Cinema America è stato acquistato da un costruttore che ora ne vuole fare una palazzina di mini-appartamenti, con due piani di garage interrato. E questo conta più della volontà di un Rione, delle esigenze dei giovani e degli studenti delle scuole di zona e di tutto ciò che il cinema rappresenta per molti.
Per loro. Per noi, di fronte a tutto ciò un pezzo di carta rimane tale, a prescindere dal denaro che il palazzinaro di turno può aver speso per speculare sul Rione di Trastevere.

Siamo pronti a difendere tutto ciò che abbiamo costruito: dichiariamo ufficialmente che in caso di sgombero siamo pronti ad occupare piazza San Cosimato a tempo indeterminato, per riempirla di tutte le iniziative in programma all’interno del Cinema America, senza rinunciare a nulla: proiezioni, corsi di teatro e di pittura, concerti, iniziative a sostegno dei collettivi, incontri, dibattiti, assemblee, nonché la prima sala studio di Trastevere.

Per dare un assaggio di cosa siamo pronti a fare, abbiamo indetto per venerdi 7 giugno una giornata di mobilitazione: occuperemo piazza San Cosimato dal pomeriggio fino a sera, riempendola dei nostri contenuti e delle nostre attività.

VENERDI 7 GIUGNO – PIAZZA SAN COSIMATO

ORE 16:30 ASSEMBLEA PUBBLICA
ORE 18:00 MUSICA LIVE FINO A SERA

Giù le mani dal Cinema America Occupato… HIC SUNT LEONES!

“Via Giulia, sì all’invasione di cemento” arriva l’ok dalle soprintendenze

Il via libera più importante è arrivato. Sul project financing di via Giulia, tutte le Soprintendenze sono d’accordo e, dai primi documenti che emergono dalla conferenza dei servizi, c’è il parere favorevole sia dell’Archeologica, sia dei Beni Culturali e Paesaggistici nonché il sigillo della direzione regionale.

Il progetto prevede sul lungotevere dei Tebaldi tra via Giulia, largo Perosi e via Bravaria: un albergo di lusso, decine di appartamenti tra i 45 e i 150 metri quadrati, un urban center e la musealizzazione dei reperti. Gli scavi non sono ancora terminati e dovrebbero durare almeno altri due mesi, dunque il parere della Soprintendenza Archeologica è legato all’esito delle indagini, tuttavia l’ok riguarda solo la sistemazione dei reperti e non il progetto di superficie e, dunque, la musealizzazione soddisferebbe in pieno le esigenze degli archeologici che lì hanno rinvenuto “i resti che costituiscano parte degli “stabula”, stalle per il ricovero dei cavalli utilizzati nelle competizioni – si legge nella relazione – Si ipotizza inoltre che la struttura, di età augustea, possa essere identificata come il “Trigarium” ovvero stalle per ricovero dei carri trainati da tre cavalli. Sono stati rinvenuti anche i resti di una struttura termale con pavimenti a mosaico e basoli appartenenti ad un antico tracciato”.

La Cam, la società che doveva realizzare i parcheggi e che ha proposto il nuovo progetto, ha chiesto di gestire l’area dei reperti per 45 anni acquisendone i

profitti. “Così la ditta oltre ai guadagni favolosi, derivanti da migliaia di nuovi metri cubi realizzati in pieno centro storico, riuscirebbe a lucrare anche sui reperti archeologici – attacca Nathalie Naim, consigliere del Municipio I che ha acquisito le carte  –  Rimango sconcertata dal parere positivo espresso delle Soprintendenza e spero che gli altri uffici non approvino questo progetto che non risponde ad alcun bisogno dei cittadini”.

Gli edifici che saranno realizzati sono cinque e verranno costruiti lasciando un minimo distacco dai palazzi esistenti. Nella relazione si annuncia che non verranno rispettate le distanze minime previste dal Piano regolatore e dalle leggi vigenti. La ditta si giustifica motivando che occorre l’utilizzo al massimo dell’area per costruire e che “la nuova edificazione è guidata dalle giaciture delle preesistenze demolite così come risultano dal vecchio catasto e dalle fonti d’archivio. È evidente, pertanto, che non è possibile in questo caso rispettare i distacchi minimi fissati dal Piano regolatore e dalle altre normative vigenti. Sarebbe inoltre un errore dare alle traverse di via Giulia una larghezza maggiore della strada principale disequilibrando tutto il sistema”.

I palazzi avranno, però, un aspetto moderno con una struttura di cemento armato con i reperti archeologici utilizzati come decorazioni su alcune facciate. Di più. I locali al piano terra saranno utilizzati per “l’incontro, la ristorazione e il tempo libero” allo scopo di vivacizzare l’area e attrarre avventori. Il ristorante dell’albergo da 70 coperti interni, oltre all’uso degli spazi esterni, potrà essere aperto al pubblico mantenendo una gestione privata. “Ciò contribuirà a portare la vita notturna e traffico nella finora tranquilla via Giulia e nella vicina piazza della Moretta – conclude Naim – aggravando anche il problema della sosta selvaggia. Si fermi lo scempio e si realizzi il bel progetto di Deiner che ricuciva gli spazi in via Giulia con una quinta arborea”.

Da Repubblica.it

ATTENZIONE, QUESTA è UNA SPECULAZIONE!

Il Parco Kolbe fa parte del progetto “Punti Verde Qualità”, un accordo che dal 1995 fà parlare di sè per la scandalosa gestione dei fondi e degli spazi pubblici portata avanti in maniera bipartisan dalle varie amministrazioni Rutelli, Veltroni ed Alemanno. I punti verdi, come afferma la delibera 169/95, sono concessioni comunali gratuite di aree verdi ad imprese private della durata di 33 anni, per la progettazione e realizzazione di attività commerciali in cambio della manutenzione e “rivalorizzazione” dei siti. Da 18 anni ad oggi il Campidoglio ha firmato più di 600 milioni di euro di fideiussioni (garanzie) alle banche che hanno finanziato i progetti delle ditte, coprendo il 95% dei costi totali necessari ai lavori nei “Punti”. La situazione ad oggi è una fotografia che dice tutto: su 67 concessioni solo 17 sono “completate”, 9 in via di realizzazione, 16 in fase di progettazione e 20 bloccate in attesa di ricollocazione. Di queste 19 sono sotto inchiesta, con tanto di arresti degli architetti comunali Stefano Volpe e Maria Parisi e gli imprenditori Massimo Dolce e Marco Bernardini, arrestati con l’accusa di truffa, corruzione e falso per aver ottenuto le aree pagando tangenti ai funzionari del Comune; tra essi anche Visconti, dirigente del X dipartimento ambiente preposto alla vigilanza sulle aree.

Nel V Municipio ci sono tre PvQ: uno a San Basilio, il cui concessionario è Fabrizio Moro, non a caso titolare di ben 4 “Punti”, dove, come un’oasi nel deserto, sorge un centro sportivo con palestra, piscina, campi da calcetto e ristorazione con prezzi difficilmente sostenibili dai più; il secondo è il Parco Feronia a Pietralata, abbandonato a sè stesso dopo una storia fatta di fatture gonfiate, lavori mai finiti e morosità delle ditte coperta dai fondi pubblici; il terzo è proprio quello del Kolbe.

Gli intrecci del Kolbe con gli altri “Punti” sono molteplici, a partire dalla società concessionaria dei lavori, la Edil House 80, che è in stretti rapporti con la dirimpettaia del Parco Feronia, la Luoghi del Tempo Srl. Andrea Munno, l’imprenditore-ombra che ha gestito l’affare, oltre ad avere nel curriculum precedenti per bancarotta fraudolenta, è il ritratto di un sistema che ha le sue radici in Campidoglio e che, negli ultimi anni,ha strizzato l’ occhio all’ estrema destra nelle cui fila è cresciuto anche il primo cittadino: non a caso è stato militante dei “Nuclei Armati Rivoluzionari” e carcerato insieme ad Alemanno. Nella fattispecie la Edil House 80 è sospettata di aver emesso fatture per 8 milioni di euro di lavori non corrispondenti a realtà e di avere dei significativi problemi di morosità con i mutui concessi dagli istituti di credito e garantiti dal Comune, la cui entità, per volere delle stesse banche Credito Cooperativo e Credito sportivo, non è data sapere. Inoltre l’area circostante il centro fitness, dove prima sorgeva un campo da calcio e un’area verde abbandonata, è stata interamente chiusa e recintata, tanto che la notte è stato impedito persino il passaggio pedonale tra la fermata della metro e via di Casal dè Pazzi. E’ inaccettabile che il Comune garantisca credito illimitato a soggetti che poi scaricano sulla comunità i costi dei loro profitti e, assumendo una veste di “proprietari” delle aree che gestiscono come quella del Parco Kolbe, credono di poter fare il loro comodo costruendo parcheggi e recinzioni simboli dei loro inganni.

Come se non bastasse, il nostro quadrante è interessato da imminenti nuove manovre speculative in relazione al prolungamento della metro B da Rebibbia a Casal Monastero, di cui parte del costo totale di 556 milioni di euro dovrebbe essere coperto tramite la “valorizzazione” di alcune aree del V municipio, ovvero lo smantellamento dei parcheggi di Rebibbia (ampliato nel 2010 con 3 milioni di euro), S. Maria del Soccorso e Monti Tiburtini per la realizzazione di grattacieli alti 25 piani. L’ennesima cementificazione in un municipio dove essa raggiunge già il 60 % della superifice totale. Speculazioni edili che, oltre a intaccare un territorio già saturo, non creeranno nulla di diverso da impiego lavorativo precario senza sicurezza e abitazioni a costi esorbitanti, in aggiunta agli altri 200.000 immobili vuoti già presenti in città.

Siamo stanchi di inchinarci alle truffe di privati e amministrazioni che, dietro una facciata di servizi sempre più costosi come quello del centro fitness o della nuova metropolitana, perseguono solo gli interessi del loro portafogli. Il degrado non si combatte a colpi di cemento e milioni di euro, ma con le proposte e l’azione delle persone che vivono un territorio e conoscono i suoi problemi, le sue criticità e i suoi veri bisogni. Difendiamo i nostri spazi, non lasciamo che i faccendieri di turno in nome del soldo siano padroni di ciò che appartiene a tutti!

Coordinamento per la Tutela del Parco di Aguzzano – Osservatorio contro la devastazione ambientale