🔴Ven 20/09 Torna Casalive! Hi-Shine & Orange Beat Crew🔴

‼️ TORNA CASALIVE ‼️
Venerdì 20 Settembre quinto appuntamento #casalive, che incontra la stagione open-air del casale con un live reggae!
Cucina popolare e birra, musica dal vivo e dj-set a condire la serata
Ce stai ancora a pensà?
h.20:30 Cena sociale
h.21:30 Hi Shine (Ladies Reggae Band)
a seguire dj set Orange Beat Crew con Mauro Aniene & Missy Smart
? INGRESSO GRATUITO! ?
? Hi Shine: Sul nascere degli anni Ottanta due band composte da sole donne hanno segnato un periodo straordinario per la musica Reggae e Dub in Inghilterra: le Akabu prodotte da Adrian Sherwood e le loro colleghe Abacush. Oggi, nel nostro paese, legato a doppio filo alla seminale scena britannica, sboccia un progetto che si muove nel solco segnato da quelle esperienze illuminanti.
Le Hi-Shine, formazione composta esclusivamente da donne, raccoglie il bagaglio di tecnica, esperienza e passione che ha contraddistinto il progetto iniziale (Bloomy Roots) e si accredita come uno dei crack più interessanti del panorama reggae italiano.
Dal 2004 queste talentuose musiciste danno vita ad una formazione nata per stare sui palchi e difficile da recintare nello spazio di un disco. Grazie al circuito di Radio Popolare Network, che trasmette in Fm la loro musica, centrano già nel 2006 l’obiettivo Rototom Sunsplash. A condividere con loro il più importante palcoscenico europeo per il suono giamaicano c’è la leggenda vivente del reggae africano: Alpha Blondy. Si accendono immediatamente i riflettori sulla band che non mostra timore al cospetto, o meglio al fianco, di altri mostri sacri del genere come Black Uhuru, Derrick Morgan, Ken Boothe e della leggendaria artista Sister Nancy, protagonista del Proto-Rap dei Settanta.
Le Hi-Shine, con un bagaglio di anni di concerti e ore in sala, conservano immutato il fulcro della band ma diventano un vero e proprio laboratorio di suoni e un collettivo di studio della melodia offbeat ed in levare. In questo progetto davvero corale, strutturato e definito, le individualità si scoprono realmente valorizzate e libere di sprigionare il loro notevole talento.
La band non dimentica il primo amore del Roots e del Dub ma inserisce nel repertorio una vena Raggamuffin cosciente, mostrando così il suo essere perfettamente in sincro con la nuova generazione di Sing-Jay che anima oggi Kingston. Nella musica, che nasce da ascolti ispiranti e dal lavoro maniacale in studio, troviamo rispettosi richiami ai loro punti di riferimento storici e ad esponenti del suono militante del reggae come Sister Carol, Steel Pulse e Israel Vibration, ma anche interessanti aperture verso alle nuove leve del Rinascimento New Roots giamaicano come Protoje e Jah9.
Il pezzo forte di questa nuova realtà del reggae italiano è però il variegato corpus di brani 100% originali. La scelta del patwa conferma le ambizioni delle Hi-Shine e ribadisce quel filo immaginario che lega il collettivo con le poche ma straordinarie reggae band al femminile che le hanno precedute in Europa.
?Orange Beat Crew con Mauro Aniene & Missy Smart: Orange Beat è un progetto musicale che nasce nel 2012, promuove, condivide e diffonde musica in un ambito sociale.
Da anni si impegna alla realizzazione di eventi, tra cui dj-set, concerti, dancehall, festival, laboratori, promozione di nuovi artisti.

?Il Casale Alba 2 si prende una pausa!?

Il Casale Alba 2 si prende una pausa!
Nel mese di agosto gli eventi e le attività dei laboratori saranno sospesi, si riprenderà da settembre!
È stato un anno pieno di eventi e di novità…
Non abbiamo molte parole da aggiungere, se non una: Grazie.
Grazie a chiunque abbia partecipato, a chiunque abbia contribuito a rendere questo anno pieno di vita e di attività. Il territorio è fatto delle idee de* abitanti, con desideri e speranze. Ed è per questo motivo che il Casale Alba 2 esiste, grazie al suo quartiere più vivo che mai.
Ci rivediamo a settembre, con nuovi desideri e nuove speranze da realizzare.
Buone vacanze da tuttə noi!
Il territorio è di chi lo vive!
@follower

❤️ Anche ad agosto lo sportello Mammut rimane aperto!❤️

❤️ Anche ad agosto lo sportello Mammut rimane aperto!
Sappiamo quanto possa essere difficile ad agosto e nei mesi estivi ricevere le cure adeguate, quanto ci si possa sentire soli. E sappiamo anche che è in questo periodo, tra caldo torrido, incendi tossici e medici in vacanza, che c’è bisogno di un presidio territoriale aperto e reattivo.
Noi ci siamo, come sempre tutti i martedì dalle 17 alle 19 presso il Comitato Mammut!

?Prendersi cura del proprio quartiere?

Prendersi cura del proprio quartiere.
Questa mattina abbiamo un primo sopralluogo ai caseggiati ERP di via Palombini 12 e 24. Dopo le tante assemblee in primavera e la presentazione del dossier a giugno, in cui segnalavamo le criticità dei lotti popolari nel nostro quartiere, stamattina c’è stato un primo riscontro tangibile da parte del IV Municipio e del Comune di Roma.
Dalle fogne agli impianti antincendio, dall’elettricità alle tubature del gas passando per pannelli di amianto da rimuovere e disinfestazioni urgenti da fare. Oltre a decine di segnalazioni di singoli appartamenti con perdite d’acqua, infiltrazioni, problemi con gli scarichi. Questi caseggiati aspettavano da anni che le amministrazioni si interessassero degli innumerevoli problemi di ogni giorno, che spesso, quando possibile, sono stati risolti in maniera autonoma.
Siamo consapevoli che questo è solo il primo passo di una strada lunga e tortuosa. Ma non possiamo esimerci dal percorrerla e dall’insistere finchè non verranno sanate tutte le criticità. La tragedia di Scampia lo ha dimostrato: non è più solo questione di dignità, è questione di sopravvivenza. Come in altre parti di Roma, come in altre parti d’Italia, a Ponte Mammolo c’è urgenza di mettere mano alle questioni strutturali che aspettano da tanto, troppo tempo. Per questo, prendiamo atto con favore della disponibilità al dialogo delle amministrazioni municipali e comunali rispetto alla questione delle manutenzioni sugli immobili popolari.
In un momento difficile come questo, a pochi giorni da un disastro ambientale come quello che stiamo vivendo da domenica scorsa, con la gola che ancora brucia per l’aria avvelenata, proviamo a fare la cosa più semplice: migliorare le condizioni del quartiere e di chi ci vive. E dobbiamo fare presto, perchè abitare non è cosa da poco.
CdQ Mammut

?A Ponte Mammolo non si respira ?

A Ponte Mammolo non si respira.
Nelle ultime ore il nostro quartiere è stato protagonista, suo malgrado, di un incendio di vaste proporzioni sulle sponde del fiume Aniene. Mentre scriviamo, l’aria continua ad essere impregnata di un odore acre, fortissimo, che rende difficili anche le piccole mansioni quotidiane dentro e fuori le abitazioni. La nube tossica ha coinvolto decine di quartieri limitrofi e non, che nelle scorse notti hanno toccato con mano la difficoltà nel restare bloccati in una nuvola di fumo per giorni.
Manca l’ossigeno, l’aria è pesante. Ma non solo per l’incendio in sé. Quell’amaro che sentiamo in bocca è anche frutto della consapevolezza che qualcosa non quadra. L’origine del rogo è esattamente la stessa di eventi simili negli ultimi tre anni. E così anche Parco Cicogna, il cortile della scuola Palombini, altri punti del Parco dell’Aniene. Arrivando via via alle centinaia, migliaia di incendi che ogni estate osserviamo in questa città come un lugubre bollettino quotidiano. A Ponte Mammolo, questo sui giornali non è chiaro, due giorni fa si è sfiorata la tragedia. Senza che nessuna amministrazione, per tante, troppe ore, si prendesse la responsabilità di comunicare agli abitanti cosa stesse succedendo. Fatalità? Casualità? E’ normale?
La verità è che non siamo stupiti. Perché siamo nella città dello scaricabarile, e la questione incendi non fa eccezione. Il nostro territorio da decenni vive condizioni degradanti da più punti di vista. La lunga trafila di sgomberi senza soluzioni delle persone in emergenza abitativa: da Ponte Mammolo fino all’ex-Penicillina, da Tor Cervara a Tiburtino III. Le discariche abusive più volte segnalate e, in qualche caso, bonificate autonomamente dagli abitanti. La manutenzione del verde pubblico senza pianificazione né una strategia organica. Chi conosce bene questo quadrante di Roma non può, e non deve, essere stupito di quello che sta accadendo in queste ore.
Adesso finirà il clamore mediatico, si spegneranno le luci, per Ponte Mammolo non si sprecherà più un grammo di inchiostro. Come successo a San Basilio qualche mese fa a via Scorticabove, come succede ogni giorno in tante parti della città. Ma chi abita qui, chi è ancora nella tendopoli degli sfollati con temperature roventi, resterà per giorni, settimane con in questa trappola fatta di aria avvelenata e informazioni che non arrivano. Come se fosse semplice vivere tappati in casa con 40 gradi, come se tutte le persone possano permettersi di andare via dal quartiere anche solo per qualche giorno.
Lo abbiamo detto per le manutenzioni, lo ripetiamo anche ora per la cura del territorio e di chi vi abita. Non c’è più tempo. A Ponte Mammolo, e in tutta la città, i quartieri bruciano e c’è fame d’aria.

?Da Napoli a Roma, di casa si muore?

Da Napoli a Roma, di casa si muore.
Mentre scriviamo, i morti per il crollo del ballatoio sono diventati tre. Non sappiamo se e come questo bilancio aumenterà, ma sappiamo bene che é già iniziata la colpevolizzazione delle vittime per quanto accaduto due notti fa. Che sia chiaro: sappiamo bene chi sono i responsabili di quel maledetto ballatoio, non ci sono scuse.
Mandiamo un grosso abbraccio alle famiglie coinvolte e a tutte le persone che in questo momento si ritrovano per strada, senza una soluzione, senza nessuno che si prenda delle responsabilità.
Solidarietà alle abitanti e agli abitanti della Vela Celeste, serve un piano nazionale di manutenzioni dell’edilizia residenziale pubblica adesso!

?La manutenzione dell’edilizia residenziale pubblica non è uno scherzo?

La manutenzione dell’edilizia residenziale pubblica non è uno scherzo.
Quanto avvenuto stanotte a Napoli alla Vela Celeste è l’emblema di come la vita di chi abita nei plessi popolari conti veramente poco. Al di là dei sopralluoghi, delle responsabilità da accertare e delle lacrime di coccodrillo versate puntualmente da tutte le amministrazioni, il crollo di quel ballatoio simboleggia tanto altro.
Un cedimento strutturale in uno stabile che sarebbe stato ristrutturato da qui a breve ci racconta una verità amara. Non basta annunciare gli interventi per mettere in salvo la vita delle persone, non ha senso sbandierare solo interventi di ordine pubblico quando non c’è neanche la sicurezza di base. Adesso si parla di centinaia di sfollati, persone che avranno la vita stravolta per questa tragedia annunciata da anni di abbandono, incuria, mancanza di manutenzione.
In alcuni quartieri di Napoli, di Roma e di tante altre città si muore. Proprio in quegli stessi quartieri che vengono dipinti, loro e soprattutto chi ci abita, come campi di battaglia.
Quest’anno alla festa di quartiere abbiamo evidenziato come la frontiera invisibile tra i quartieri che non meritano di essere parte della città, e quelli che invece sono degni di essere parte dei grandi eventi, dei grandi investimenti, è rappresentata ogni giorno sui social, i giornali, le televisioni come un confine da irrigidire, anziché da abbattere. Stanotte, quella frontiera ha fatto due morti e decine di feriti. Napoli, esattamente come Roma, è oggetto di grandi operazioni di marketing a scopo turistico che la dipingono come un paradiso in terra. Per chi ci abita, però, quel paradiso è spesso un inferno. Fatto di emergenza abitativa, affitti stellari, mancanza di lavoro, mobilità impossibile.
A Roma come a Napoli, le manutenzioni dei complessi popolari, e più in generale del patrimonio immobiliare, non sono uno scherzo. Come si fa a parlare di Giubileo, di Smart City e di città dei 15 minuti, se non si riesce neanche a fare un piano serio, responsabile, sostenibile di manutenzione dell’edilizia residenziale pubblica?
Servono investimenti e regolamenti ora. Per le manutenzioni, per l’abitare, per far scoppiare la bolla speculativa sugli affitti in vista del Giubileo. Non c’è più tempo, di abitare si muore.

?Villa Tiburtina – Ma che lavori sono??

Ma che lavori sono?
Questa mattina abbiamo affisso noi un cartello di inizio lavori a Villa Tiburtina, visto che nessuno si è ancora degnato di attaccarne uno. La mancanza del cartello esternamente alla struttura che, come la legge prevede, dovrebbe comunicare tutte le specifiche, i responsabili, la durata dei lavori, non è solo una grave violazione alle normative. Si tratta di ignorare completamente l’ABC della trasparenza per cui in ogni cantiere si dichiara pubblicamente quello che si sta facendo.. Tanto più che si tratta di lavori il cui titolare è un ente pubblico, e vengono fatti con soldi pubblici, quelli del PNRR!
E’ circa una settimana che abbiamo formalmente chiesto, tramite pec, alla Direzione della ASL RM2 il perché della mancanza di questo cartello ma non abbiamo avuto nessuna risposta.
Oltre alla questione puramente legale, quello che brucia è che la riapertura di Villa Tiburtina sia stata al centro di una battaglia, che dura ormai da più di tre anni, portata avanti dalle e dagli abitanti del quartiere. Le richieste principali sono sempre state trasparenza ed informazione. La mancanza di quel cartello non è una semplice violazione della normativa, ma soprattutto un mancato rispetto verso questo territorio.
Ufficiosamente sappiamo che i lavori sono iniziati, che dureranno un anno e che la struttura dovrà essere riconsegnata ed attiva entro dicembre 2025. In realtà dopo un mesetto nel quale si è notata la presenza di due operai ed un pickup all’interno, da qualche giorno Villa Tiburtina è di nuovo deserta e sbarrata. Che sta succedendo?
La riapertura di Villa Tiburtina non la regala nessuno e saremo pronti a seguirne attivamente tutti i passaggi. La ASL, l’Università La Sapienza e le amministrazioni municipale e comunale sono disponibili a fare lo stesso?
N.B. Lo Sportello Sanitario Mammut continua la sua attività ogni Martedì dalle 17,00 alle 19,00 e comunque sempre raggiungibile al numero 3894314738.