Nell’Archivio di Stato risulta che il 23 aprile 1923 Sigismondo Chigi vendette 96 ettari di Aguzzano alla società Alba (Anonima Laziale Bonifiche Agricole)per 31.598 lire. Questa società era composta dai signori Aldo Borre, Pier Carlo Talenti, Achille Talenti, Ercole Federici, Attilio Susi.
Abitavamo nel casale Nuovo, sopra, dove c’è il terrazzone, c’erano tre famiglie. Sotto c’erano dei veneti, bravissimi con i buoi. E c’era l’officina, perché c’era il trattore, che ricordo quando durante la notte con le lucine arava. E poi c’era il maniscalco e i maiali. C’era il fontanile e il vascone, che c’è ancora adesso, collegato con l’acqua del fiume che serviva per irrigare, perché era opera di Talenti – lui era ingegnere- con tutti i canaletti che avevano le chiuse, che poi si aprivano innaffiava il grano poi si chiudevano… (Amalia)
L’attuale Parco di Aguzzano fu annesso al territorio pubblico con la legge regionale N.55, 8 agosto 1989. Il Casale denominato Casale NUOVO di Aguzzano fu costruito negli anni ’20 del secolo scorso e fu chiamato Nuovo per distinguerlo dal Casale preesistente, costruito nel 1870 adibito almeno inizialmente a villa padronale e situato al termine di Via del Casale Vecchio di Aguzzano – sentiero pedonale – che da Via Nomentana giunge fino a l.go Rousseau.
I casali tuttora presenti nel Parco – risalenti agli anni ’20 del ‘900- furono costruiti in seguito all’emanazione delle leggi per la bonifica dell’Agro Romano tendenti ad eliminare le zone paludose e a riconvertirle in agricole. Fondamentale fu il Regio decreto legge 23 gennaio 1921, n. 52 che prevedeva la formazione dei centri di colonizzazione e gli appoderamenti spontanei, dovuti alla necessità di ricostituire intorno a Roma una nuova cintura di orti e di frutteti in sostituzione dell’antico suburbio che andava man mano scomparendo con l’estendersi delle nuove costruzioni edilizie. Formati ed attuati nel 1923-24, questi centri furono messi tutti in piena efficienza con opere tutte finanziate con mutui di favore o con premi.
Il casale, conosciuto anche come Vascone dalla grande cisterna di raccolta di acque per l’irrigazione, visibile da via Gina Mazza, è stato edificato sui resti di una villa romana, di cui sono stati in parte scavati – e poi ricoperti – alcuni mosaici. Il piano di assetto regionale del parco del prevedeva che questo casale fosse adibito a centro espositivo-museale – più precisamente destinato ad essere il Museo Storico della Valle dell’Aniene – ma la ristrutturazione del casale, a differenza degli altri, non è mai stata avviata. Intorno alla fine del ‘900 gli abitanti del casale – famiglie che in parte erano succedute ai vecchi coloni assegnatari- furono allontanati e il casale sigillato in attesa della ristrutturazione.
Nel 2007 un protocollo d’intesa firmato da l’Ente Regionale RomaNatura, gli Assessorati all’Ambiente e al Patrimonio del Comune di Roma e l’allora Municipio Roma V, definiva il futuro della gestione dei Casali presenti all’interno del Parco Regionale Urbano di Aguzzano. L’accordo prevedeva la sistemazione e assegnazione con bando municipale alle realtà associative territoriali l’affidamento delle strutture (Casale Alba 1 e Casale Nuovo) attualizzando le previsioni del Piano d’Assetto del Parco. Il Casale Nuovo , secondo questo accordo, avrebbe dovuto ospitare la “Casa del Podista e del Trekking urbano”.
Ma nel corso degli anni, poiché nessun lavoro è mai stato avviato, il casale è stato occupato da famiglie di migranti e/o rom che tuttora lo abitano.