Gentile Direttore,
La contattiamo in quanto realtà attive e singole persone abitanti nel quartiere di
Rebibbia/Ponte Mammolo/Casal De’ Pazzi. Vorremmo chiederle quanto prima un
incontro per la Casa di Comunità Villa Tiburtina, sita in via Casal De’ Pazzi 15.
Questo luogo ci sta particolarmente a cuore, come dimostrato nell’impegno profuso da oltre 4 anni, ovvero da quando alcune persone tra noi scriventi hanno iniziato a fare appello per la
riapertura di quella che rappresenta l’unica struttura sanitaria pubblica nel quartiere. Avendo portato avanti una vertenza lunga e faticosa, siamo orgogliose e orgogliosi di aver davvero contribuito all’inserimento di Villa Tiburtina nell’elenco delle Case di Comunità che, accedendo a fondi della Missione 6c1 del PNRR, potranno essere aperte entro il 2026.
Nel caso specifico di tale struttura, conosciamo la data presunta di fine lavori per la parte destinata alla CdC (maggio 2025), ma non abbiamo idea degli sviluppi relativi al piano dedicato ad altre attività, né dei servizi che verranno offerti all’interno della stessa CdC.
In relazione a tutto ciò e facendo seguito alla sua disponibilità, comunicata a mezzo
Pec dell’11/04/2024, manifestiamo l’intenzione di confrontarci con Lei per esplicitare compiutamente le nostre istanze e richiedere delucidazioni riguardo lo stato dell’arte dei lavori e dei progetti futuri.
Teniamo d’altro canto davvero moltissimo ai meccanismi di partecipazione della cittadinanza alla pianificazione socio-sanitaria della CdC e, in generale, di questo territorio, espressamente prevista dalla già citata Missione 6c1 e dal decreto 77/2022. Vorremmo “dare le gambe” alla sanità territoriale attraverso una proposta concreta di collaborazione tra le istituzioni competenti (Regione Lazio, ASL, IV Municipio di Roma
Capitale, CdC) e noi realtà sociali del territorio, ovvero comitati, associazioni,
istituzioni locali come scuole e centri anziani. Siamo persone convinte che una
pianificazione socio-sanitaria efficiente non possa essere realizzata senza l’azione
coordinata di tutti gli attori in campo, valorizzando le opportunità latenti per promuovere una gestione partecipata dei servizi di prossimità. Riteniamo inoltre imprescindibile l’istituzione di
un consultorio familiare nel territorio di Rebibbia-Ponte Mammolo, dove attualmente manca, nonostante la legge 405/1975 ne preveda uno ogni 20-30.000 abitanti.
Il 15 marzo ci siamo riunite e riuniti nel nostro territorio per parlare
concretamente di un modello di coinvolgimento degli abitanti nella pianificazione socio-sanitaria e le nostre idee ed esperienze sono state raccolte ed elaborate nel dettaglio. Con la presente le chiediamo pertanto formalmente un incontro per avviare
un’interlocuzione proficua sui suddetti temi, nella ferma volontà di realizzare su questo nostro territorio un vero e proprio progetto pilota.