Quale dimensionamento?
Nel pomeriggio del 23 dicembre, a poche ore dall’inizio del Giubileo della speranza, la Regione Lazio a guida Rocca ha approvato il Piano di Dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche per l’anno 2025/2026. 23 scuole vengono chiamate in causa tra Roma e Provincia, tra cui la scuola del nostro quartiere, l’IC Palombini.
Lo diciamo da tempo, questo provvedimento è una manovra senza capo né coda. In quartieri come il nostro, ma anche a Pietralata, Casal Dè Pazzi, a Palestrina o a Civitavecchia, l’accorpamento di più istituti scolastici significa riduzione del personale amministrativo e dirigente, aumento del numero di studenti, diminuzione dei docenti e del personale ATA. Significa la progressiva compromissione della qualità dell’istruzione, l’aumento del rischio di dispersione scolastica, minori opportunità di progetti extrascolastici. Significa, in prospettiva, l’abbandono a sè stesse delle scuole di prossimità, la chiusura di poli vitali per la vita dei quartieri.
Intendiamoci, non ci facciamo illusioni. In oltre un anno di mobilitazioni, assemblee, iniziative, informazione al quartiere, percorsi condivisi con altri territori a rischio, abbiamo provato a sensibilizzare l’opinione pubblica, a cercare di mettere in guardia tutti gli attori in campo sui rischi e le conseguenze sui territori più deboli, mantenendo sempre una linea di totale contrarietà al dimensionamento. Siamo consapevoli che questa posizione non sia stata condivisa fino in fondo da altri soggetti politici e amministrazioni locali, che alla fine hanno servito su un piatto d’argento alla Regione la strada da percorrere nel IV Municipio. Non è stato fatto, a nessun livello, un confronto serio, trasparente, democratico, aperto agli abitanti, al personale delle scuole, ai genitori, sul provvedimento. Delle girandole della politica, come al solito, ne fanno le spese i territori più trascurati.
Adesso la bolla è esplosa e si grida allo scandalo. D’altronde, si sa, a giocare col fuoco si finisce col bruciarsi. E nel nostro Municipio ci troviamo con due accorpamenti scellerati, peraltro nello stesso quadrante. Leggiamo sui social e sui giornali polemiche relative ai numeri, ai plessi, alla qualità delle scuole. Noi ci tiriamo fuori da questo gioco al massacro e dal rimpallo di responsabilità. Continuiamo a sostenere che il dimensionamento sia un provvedimento scellerato in quanto tale, e non esistano criteri equi da poter applicare.
Prendiamo atto della decisione da parte della Regione Lazio, seguiremo il processo di attuazione nel nostro come negli altri territori, nella speranza di una maggiore informazione e condivisione. Una cosa è certa: non abbandoneremo la scuola del nostro quartiere a sé stessa, ci batteremo ogni giorno affinchè a Rebibbia-Ponte Mammolo continui a esistere un polo educativo locale che possa relazionarsi con il territorio circostante.
INSIEME SI PARTECIPA, UNITI SI VINCE
CdQ Mammut