
La gestione della salute e del benessere comune non può essere delegata né alla macchina burocratica né alle big corporation, è tempo di rivendicare una partecipazione attiva e reale di chi vive il territorio quotidianamente, di attivare esperimenti di medicina di prossimità e di progettazione e gestione aperta dei servizi sanitari. Le misure del PNRR pongono le basi per una riforma dell’accesso alle cure e della presa in carico della persona, con le Centrali Territoriali Operativi, gli Ospedali e le Case della comunità si tende allo sviluppo del radicamento locale del SSN, ma senza un’ampia rivendicazione dal basso continuano a rimanere intoccabili e egemoni i principi del profitto, dell’esternalizzazione e della privatizzazione che impediscono una vera trasformazione del SSN. Oltre due miliardi di soldi pubblici rischiano dunque di venire sciupati. Per cercare insieme di cambiare rotta, portando la nostra esperienza di vertenza autorganizzata in periferia, parteciperemo al tavolo di lavoro “Salute e territorio”. Più di 1000 Case della comunità aprirano in Italia, è necessario attivare percorsi di rivendicazione e di lotta capaci di garantire davvero il diritto alla salute in ogni territorio e in ogni città.