?LETTERA APERTA ?

Ieri abbiamo inviato una PEC al
IV MUNICIPIO,
I.C G. PALOMBINI,
BIBLIOTECA FABRIZIO GIOVENALE e alla
DIREZIONE IV DISTRETTO A.S.L ROMA2

?Perché la situazione della povertà educativa nel nostro territorio è preoccupante, da anni ci impegniamo per colmare le lacune istituzionali con il doposcuola, il comitato e nell’ultimo anno con la comunità educante. Con l’emergenza covid la situazione è peggiorata e si è resa insostenibile!

Ora vogliamo le risposte

?Nè discuteremo domenica 2 maggio al parco cicogna H15
Inauguriamo L’aula Verde Al Parco Cicogna

⬇️LA LETTERA:⬇️

?Ci rivolgiamo come comitato di quartiere Mammut, doposcuola popolare, comunità educante e famiglie alle istituzioni e alle realtà politiche del IV municipio per chiedere uniti che vengano prese delle misure relative alla mancanza di spazi di aggregazione, servizi socio-educativi e sanitari sul territorio di Rebibbia-Ponte Mammolo. Come doposcuola, in quanto realtà nata dall’impegno per iniziativa popolare dei cittadini e delle cittadine del comitato di quartiere Mammut, da anni lavoriamo per supportare i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze della nostra comunità negli apprendimenti e nello studio e per contrastare le numerose povertà educative che impediscono ai minori di sviluppare e far fiorire liberamente le loro capacità, talenti e aspirazioni.
A causa delle difficili condizioni economiche e dei vuoti istituzionali e strutturali presenti nel territorio molti bambini e bambine, ragazzi e ragazze non hanno le stesse opportunità dei loro coetanei in situazioni economiche migliori. La povertà educativa è una povertà che nessuno vede, nessuno denuncia, ma che agisce sulla capacità di ciascun ragazzo di scoprirsi e coltivare le proprie inclinazioni e il proprio talento. Le conseguenze sono nell’apprendimento dei ragazzi e nel rischio quindi di entrare nel circolo vizioso della povertà. La conseguenza è che in Italia 1 minore su 7 lascia prematuramente gli studi, quasi la metà dei bambini e adolescenti non ha mai letto un libro, quasi 1 su 5 non fa sport. Bambini e adolescenti privati delle opportunità educative e dei luoghi dove svolgere attività artistiche, culturali e ricreative che potrebbero di fatto raddoppiare le possibilità di migliorare le proprie competenze e costruirsi un futuro migliore (Save the children).
Sebbene da anni cerchiamo in quanto comunità Mammut di contrastare l’abbandono scolastico e la mancanza di servizi socio educativi minimi nel territorio (basta pensare a titolo esemplificativo che nelle scuole del territorio la maggioranza dei bambini proviene da paesi di tutto il mondo e non esistono figure istituzionali per la mediazione scuola famiglia e famiglie territorio) non possiamo fare tutto questo senza l’impegno concreto e tangibile delle istituzioni politiche ed educative che nel territorio da anni sono assenti e lacunose.
A seguito dell’emergenza covid-19 il nostro territorio si è trovato sprovvisto di assistenza essenziale da parte delle istituzioni, sia per quello che riguarda la salute pubblica sia per l’assistenza socioeconomica alle famiglie con maggiori vulnerabilità. Il comitato Mammut si è occupato della distribuzione alimentare durante il primo lockdown, del sostegno allo studio a distanza e del sostegno tecnologico alle famiglie. Con la riapertura le famiglie che si rivolgono al nostro impegno sono aumentate notevolmente e da quasi un anno svolgiamo, con estrema difficoltà di spazi e forze umane, un doposcuola popolare libero e gratuito con più di cinquanta frequentanti per rispondere ai nuovi bisogni di socialità e di sostegno all’apprendimento dei bambini e degli adolescenti nel territorio. Il nostro spazio non basta per garantire a tutte e tutti il sostegno di cui necessitano, è piccolo, con le misure di distanziamento sociale non possiamo garantire un accesso superiore alle quindici persone esclusi educatori ed educatrici. Abbiamo aumentato i giorni in cui offriamo questo servizio pubblico, diviso i bambini e le bambine e abbiamo cominciato ad usare gli spazi esterni che però non sono attrezzati e non sono fruibili in caso di mal tempo.
Da diversi mesi insieme, ad altre realtà educative che animano il nostro territorio, abbiamo costruito una rete, la Comunità Educante de’ Pazzi, perché siamo convinti che un processo di trasformazione debba nascere dal basso, attraverso la condivisione di idee, esperienze e buone pratiche. La prima azione della comunità educante è stata l’installazione di un’aula verde nel Parco Cicogna, un luogo pensato per i più piccoli, in cui poter fare Scuola fuori dalla Scuola. È una prima pietra che poggiamo, che, però, indica una strada da percorrere.
Vogliamo che nel nostro territorio non aumenti l’abbandono scolastico come conseguenza della povertà educativa, vogliamo che sia l’istituzione municipale e cittadina che si prenda in carico i bisogni delle famiglie del territorio e vogliamo spazi e risorse economiche da investire per costruire il futuro delle nuove e vecchie generazioni, quindi chiediamo:
-che venga aperta un’indagine sulla reale situazione della povertà educativa sul territorio del IV municipio;
– di poter tornare a vivere come spazio pubblico, aperto alla comunità la scuola, la biblioteca e che si possa trovare all’interno di questi spazi un luogo da destinare al nostro doposcuola;
– dei centri di aggregazione giovanile, aperti e liberi, dove i ragazzi e le ragazze possano incontrarsi, socializzare, fare comunità e crescere insieme;
– un tavolo di discussione che si interfacci con i comitati, le associazioni e le comunità del territorio su come destinare i fondi e le risorse economiche destinate al contrasto della povertà educativa;
– l’uso della palestra della scuola in maniera gratuita per corsi e attività motorie rivolte alla popolazione;
Ci chiediamo infatti come possiamo creare delle comunità che rendano le nostre vite migliori, più felici o addirittura anche solo possibili? Che tipo di infrastrutture e impegno istituzionale e cittadino sono necessari a creare comunità capaci di prendersi cura dei bisogni delle soggettività che vivono sul loro territorio?
Noi per creare una comunità che si prenda cura dell’altro abbiamo messo, mettiamo e metteremo sempre in campo tutte le nostre capacità, risorse e forze, ma come ripetuto più volte questo non basta. Per poter cambiare l’attuale situazione c’è bisogno di una risposta decisa delle istituzioni che ascoltino i bisogni sociali, educativi, ludici, sanitari ed economici del territorio e rispondano con una concreta presa in carico di essi nel minor tempo possibile.

Comitato Mammut
Doposcuola Mammut

Comunità educante de’ pazzi
Genitori del Doposcuola
Cittadini, cittadine
di Rebibbia-Ponte Mammolo

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