“Come cristiano non credo nella morte senza risurrezione: se mi ammazzeranno, risusciterò nel popolo salvadoregno. Lo dico senza alcuna millanteria, con la più grande umiltà.” Romero non è stato un eretico. È però una figura complessa, fragile e visionaria come i poeti e i profeti, capace di spingersi al limite. Il limite del ruolo e del dogma, che l’arcivescovo non ha superato, ma interrogato fortemente sì: nei suoi discorsi sulla necessità della violenza per difendersi dalla sopraffazione, nel suo rapporto con le organizzazioni popolari, nelle denunce contro i responsabili della repressione, che gli sono costate la vita.
Iniziative nell’ambito della Festa della Parrocchia San Gelasio I, Papa – Roma
Programma completo della Festa: goo.gl/om7Kge
Sabato 30 settembre ricomincia l’attività di ” Il Casale alla scoperta di Roma “. Questa volta ci occuperemo in particolare di un’ opera molto famosa, la tomba di papa Giulio II con il Mosè di Michelangelo, recentemente restaurata e restituita a condizioni di luce simili a quelle originarie. Parleremo di Michelangelo, della sua arte e dei contatti con correnti religiose ” alternative” dell’epoca, ma anche dell’opera d’arte e del suo rapporto con lo spazio e la luce.
Appuntamento alle ore 10,30 davanti alla chiesa di San Pietro in Vincoli nell’omonima piazza.
Si consiglia la Metro B (Cavour).
Alessia e Lorenzo, due infermieri dello Spallanzani, sono stati sospesi per 4 mesi per aver denunciato, in un’intervista radiofonica, la carenza di organico e il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Colpiscono chi non ha paura di denuciare perchè governi ed imprese non vogliono testimoni scomodi che, con le lotte autorganizzate, possano bloccare i loro porogetti di privatizzazione.
Stiamo costruendo una campagna di solidarietà per sostenere i nostri due compagni, per dire che la repressione non ci fa paura e per costruire una lotta nei posti di lavoro che ridia dignità a tutti i lavoratori e le lavoratrici per rivendicare una sanità pubblica, gratuita ed efficace.
DOMENICA 24 SETTEMBRE
h 13 pranzo sociale
h 16 assemblea cittadina
Lavoratrici, Lavoratori ed utenti della sanità pubblica
Coordinamento Lavoratrci, Lavoratori Spallanzani
Mercoledì 13 settembre centinaia di abitanti del quartiere, realta’ sociali, cittadini e cittadine solidali da tutta Roma sono scesi in piazza per impedire il consiglio municipale straordinario delle menzogne a Tiburtino III.
Il consiglio, convocato dietro intimidazione dei fascisti di Casapound ed avallato da tutte le forze politiche, e’ stato annullato grazie alla determinazione di coloro che non accettano la strumentalizzazione, le intimidazioni e le incitazioni alla guerra tra poveri delle compagini di estrema destra. Questi signori si sono presentati come corpo estraneo in quartiere, protetti e scortati dalla polizia, mentre al presidio antirazzista e democratico veniva impedito di assistere alla seduta pubblica. Quanto accaduto e’ responsabilita’ di tutte le forze politiche: M5S, che governa questo municipio, PD, Forza Italia e Fratelli d’Italia, che nei giorni scorsi, pur avendo la possibilita’ di porre fine a questo scempio dopo l’irruzione in Municipio, hanno invece scelto di usare la forza contro la societa’ civile, gli abitanti, le associazioni, i comitati che a gran voce avevano chiesto l’annullamento di un consiglio basato sulle menzogne rispetto al centro di via del Frantoio e non sulle reali problematiche del quartiere.
Nelle ultime settimane Tiburtino è stato protagonista dei mezzi di stampa nazionali, descritto come un quartiere razzista in cui formazioni politiche di estrema destra, per lo più esterne alla zona, possono venire a fare i loro comodi politici sulla pelle degli abitanti. Sappiamo bene che la gente di Tiburtino non è razzista e non è disposta a diventare terra di conquista per politicanti di professione. La gente di Tiburtino è semplicemente incazzata perchè purtroppo in questo quartiere, ci sono molti problemi e la vita quotidiana non è facile.
Non è facile vivere in case popolari, come il lotto 17, che cascano a pezzi da anni. Non è facile vivere con l’incubo di uno sfratto per morosità o per occupazione, perchè non c’è lavoro e non si riesce a pagare il canone o un affitto normale. Non è facile iscrivere i propri figli ad una scuola come la “Filzi” che ha una sola palestra per tutto il complesso e non è dotata di aule multimediali ed altri servizi che possano dare un’istruzione di qualità. Non è facile veder chiudere molte piccole attività commerciali, una dopo l’altra, che erano il cuore pulsante del quartiere. Non è facile avere tanti ragazzi e ragazze disoccupate che non hanno la possibilità di costruirsi un futuro.
Tiburtino e la sua gente meritano rispetto, i problemi e le voci del quartiere devono essere ascoltate dalle amministrazioni. I consigli municipali e comunali devono essere fatti sulle reali problematiche e non devono essere straordinari, perchè la cura delle periferie come Tiburtino deve essere al centro delle attività ordinarie delle istituzioni.
Invitiamo tutti gli abitanti di Tiburtino, le realtà sociali, i comitati, le associazioni e i singoli della Tiburtina e di tutta la città a partecipare al corteo di Sabato 16 Settembre a partire dalle 16 a Santa Maria del Soccorso per far sentire forte, insieme, la nostra voce.
Venerdì 8/9:
h.9 Un fiore per Fabrizio alla lapide di via Fiuminata
h.11:30 Un fiore per Fabrizio alla lapide di piazza Santa Croce (Tivoli)
h. 17 Corteo cittadino sulla Tiburtina – Partenza da stazione metro Rebibbia
Sabato 9/9
@ Largo Arquata del Tronto (San Basilio)
dalle 17 Sport popolare
dalle 19 Assemblea pubblica sul diritto all’abitare a Roma
dalle 20 cena popolare
dalle 21:30 concerto con:
Skasso (Fusion Ska)
Ardecore (Folk – Alternative Rock)
progettosanbasilio@inventa
Fb: San Basilio, storie de Roma
Durante le giornate saranno disponibili le copie fisiche del docu-film autoprodotto “San Basilio, storie de Roma”
Link al trailer: https://www.youtube.com/
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L’8 Settembre di quest’anno ricorrerà il 43° anniversario della morte di Fabrizio Ceruso, 19enne di Tivoli ucciso nel 1974 a San Basilio durante lo sgombero di alcune palazzine occupate nel quartiere.
Lo sfruttamento dei territori e dei quartieri segue un filo che da allora arriva ad oggi, dove in nome dei profitti di pochi si continuano a sfruttare coloro che combattono quotidianamente per la sopravvivenza. Il quadrante della Tiburtina, in particolare, negli ultimi tempi è stato notevolmente attenzionato sia dalle amministrazioni che dalle compagini di estrema destra. Attacco ai quartieri ed alle case popolari, migranti, chiusura degli spazi di socialità e cultura slegati dal consumo, decine di casinò e sale slot, magazzini della logistica, numerosi stabili industriali abbandonati costituiscono un’ amalgama esplosiva che ha determinato il costante incremento di attenzioni da parte di tutte le forze politiche e delle istituzioni. Problemi che continuano ad essere affrontati unicamente come questioni di ordine pubblico, perpetrando uno stato d’emergenza funzionale unicamente alla speculazione economica e politica. Soffiare sul fuoco della guerra tra poveri è ormai il meccanismo abituale per sviare l’attenzione dai veri responsabili del disagio quotidiano nelle periferie e offrire sponda alle organizzazioni neofasciste nei quartieri popolari. La nuova giunta pentastellata, lungi dal porsi in discontinuità con le amministrazioni precedenti, si sta dimostrando sorda verso le istanze che provengono dal basso, in linea con le politiche securitarie del governo nazionale, e propensa a strizzare l’occhio alle compagini neofasciste, come più volte dimostrato nel quadrante tiburtino come in tutta la città.
Un contesto in cui diventa fondamentale un intervento quotidiano nei quartieri che abbia l’umiltà di saper ascoltare e la capacità di poter agire. In questo senso, senza dubbio il lavoro di memoria storica che abbiamo sviluppato nel corso di questi anni, culminato con la produzione del documentario sulla storia di San Basilio e la battaglia del 1974, ci ha fornito delle utili chiavi di lettura del presente e delle sue contraddizioni. Riattualizzare dunque la memoria di Ceruso, ed in generale di tutti i compagni e le compagne scomparsi, non come liturgia, bensì come interpretazione del presente e megafono delle istanze sociali del territorio.
Come 43 anni fa, ancora oggi molte persone decidono di alzare la testa e di riprendersi ciò che viene sottratto in nome della rendita, della speculazione e dei profitti. Il territorio tiburtino, negli ultimi anni, di fronte a una costante crescita di attacchi da parte di amministrazioni e neofascisti, ha più volte dimostrato la volontà di non abbassare la testa. Quest’anno vorremmo continuare nella stessa direzione tracciata nella scorsa mobilitazione, continuando ad allargare la partecipazione e a fissare le date di settembre come un appuntamento in cui coinvolgere tutta la città. Le giornate in memoria di Fabrizio saranno la prima occasione in cui scendere in piazza dopo un’estate rovente, in cui il Governo, la giunta comunale e la questura hanno dimostrato, con gli sgomberi di Cinecittà e Piazza Indipendenza, quale sia l’unico piano politico per il futuro delle istanze sociali: l’uso della forza . La sfida della due giorni sarà costituire un primo momento in cui uscire dall’angolo dove i gruppi di potere della città stanno tentando di mettere coloro che lottano per un mondo diverso.
Un’importante opportunità per dare un segnale forte e unitario tenendo insieme le criticità della Tiburtina e di tutta la città, dalla sanatoria regionale per le case popolari alla delibera regionale per l’emergenza abitativa, dagli sgomberi forzati dei migranti ai tentativi di infiltrazione delle organizzazioni neofasciste, dalla riconversione degli edifici abbandonati alla lotta alla cementificazione, dall’attacco agli spazi sociali alle lotte nel mondo del lavoro.