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Sabato 25 febbraio ci sarà la visita delle chiese di Santa Maria in Cosmedin e San Giorgio in Velabro. Faremo particolare attenzione all’inserimento dei due importanti edifici medioevali nell’area antica del Foro boario di cui rimangono i due importanti archi degli Argentari e di Giano.L’appuntamento è fissato per le ore 10,40 davanti all’ingresso di S. Maria in Cosmedin, piazza Bocca della Verità 18.Il posto si può raggiungere con il 60 scendendo a Piazza Venezia o con la metro B scendendo alla fermata Circo Massimo e percorrendo poi, lungo il Circo Massimo, via dei Cerchi fino a piazza Bocca della Verità.
Dai perdenti della globalizzazione alla bancarotta dell’euro passando per Marx, Sraffa e Keynes.
Lo scontro fra le grandi teorie economiche, gli arcani delle politiche di Draghi e il fallimento dell’Europa.
Questo libro si rivolge a chi in questi anni non ha accettato le spiegazioni convenzionali di una crisi devastante e l’idea che «siamo un Paese corrotto, fortuna che Europa ed euro ci fan rigare dritti». Da Adam Smith a Schäuble, l’ambizione del volume è di intrecciare la teoria economica alle drammatiche vicende della crisi europea, dell’euro, del declino del nostro Paese. Non basta prendersela col “neoliberismo”, le “banche malvagie”, la “finanza speculativa” o la “corruzione”. Si deve scavare nelle fondamenta della teoria convenzionale che è dietro le politiche monetarie e fiscali europee, la deregolamentazione finanziaria, lo smantellamento dei diritti sociali (le cosiddette “riforme strutturali”), il mercantilismo tedesco.
Muovendo dalle teorie di Sraffa e Keynes e dalla letteratura eterodossa, il volume mostra la debolezza di quelle fondamenta e la natura conservatrice della costruzione europea. Analisi economica critica e realismo politico ci suggeriscono che, sfortunatamente, un’“altra Europa” non è possibile in quanto le entità politiche e monetarie sovranazionali hanno un’insopprimibile impronta liberista, e sono funzionali a smantellare gli spazi nazionali in cui si esprime il conflitto sociale che, se regolato, è il sale della democrazia.
La scorsa notte qualcuno si è divertito a imbrattare il Casale Alba 2, le bacheche dell’Orto Urbano di Aguzzano e alcuni muri limitrofi al Parco con simboli poco simpatici.
Da quando il Casale è stato riaperto alla collettività, ormai 4 anni fa, per difendere Aguzzano dall’ennesimo tentativo di cementificazione, molti sono stati gli interventi di cura e manutenzione del parco. La pulizia del Parco, nel suo piccolo, può rappresentare un esempio concreto di partecipazione diretta degli abitanti dei quartieri limitrofi sia per attivarsi in prima persona nella tutela del parco e del proprio territorio, sia per denunciare con forza l’ennesima mancanza delle amministrazioni e dell’Ente gestore del parco. Il noto sistema Mafia Capitale ha reso ancora più grave la situazione delle casse comunali, già ridotte all’osso per i vincoli imposti dalle politiche europee di austerità, generando quel buco di bilancio che ha poi prodotto la sospensione dei servizi ai quartieri, tra cui la manutenzione dei parchi pubblici, come quello di Aguzzano, dove da almeno un biennio l’erba viene tagliata una tantum (con annessi rischi incendiari), le panchine sono distrutte, gli attrezzi ginnici pericolanti, le insegne naturalistiche fatiscenti, solo per citarne alcuni.
Queste mancanze del pubblico non devono, tuttavia, trarre in inganno e mostrare i privati come soluzione di efficacia: come dimostrano numerose vicende, Punti Verde Qualità su tutte in materia ambientale, l’unico obiettivo della privatizzazione è il profitto, non certo la resa del servizio. Le esperienze di autogestione e attivazione dal basso possono, invece, fare pressione sulle amministrazioni ed agire in maniera efficace sul territorio proprio perchè, slegate dall’ interesse economico, hanno a cuore unicamente la salvaguardia del territorio.
Sfalcio dell’erba, ripristino degli accessi, pulizia dei sentieri, ripristino delle bacheche sono solo alcuni degli interventi fatti nel corso degli anni per mettere in pratica uno dei principi fondamentali che ci ha spinto a prenderci cura di Aguzzano: partecipazione ed azione diretta, senza aspettare che le soluzioni cadano dal cielo.
Proprio nelle scorse settimane abbiamo ultimato, con la collaborazione di altre realtà del quartiere, il ponticello sul fosso di S. Basilio e le bacheche sul lato di P.le Hegel. Nel nostro quartiere si stanno moltiplicando realtà simili, come il Comitato Mammut, il Comitato Kant-Nomentana, l’associazione Rapporti Urbani di Aguzzano, che si prendono cura del territorio e rendono fruibili alla collettività, a proprie spese, spazi dismessi e abbandonati, restituendo valore a ciò che era incuria e speculazione.
Azioni come quelle di qualche sera fa mirano, invece, a rovinare il lavoro svolto e, soprattutto, ad attaccare l’idea che gli abitanti dei quartieri possano attivarsi dal basso per prendersi cura e decidere le sorti del proprio territorio. Perciò stamattina siamo qui a ripulire questo scempio non solo per ribadire che il parco è di chi lo vive, ma che su Aguzzano, i suoi Casali ed i quartieri limitrofi non si specula!
Assemblea per la tutela del Parco di Aguzzano – Casale Alba 2
“Berfo Ana” – Sinossi:
Il giorno successivo al colpo di stato militare del 12 Settembre 1980 in Turchia, Cemil Kirbayir fu arrestato. Nessuno ebbe più sue notizie a partire dal 7 Ottobre 1980. La madre di Cemil, Berfo Kırbayır, per 33 anni, si è rivolta ad ogni pubblica autorità e istituzione statale per trovare i responsabili della sparizione di suo figlio e chiamarli in causa. Il documentario racconta della sparizione di Cemil mentre si trovava in detenzione e di sua madre Berfo, che per 33 anni ha lottato per ritrovare suo figlio.
“Madre Berfo” è morta a 105 anni. Il municipio di Çankaya ad Ankara nel 2013 ha iniziato le procedutre per istiuire e intitolare un parco a suo nome, con la costruzione di una statua in suo onore dallo scultore Metin Yurdanur.
Rassegna Venti di Mesopotamia:
Una rassegna di film – editi e inediti – che contribuiscono ad aprire o sguardo sulla realtà curda in Turchia e al confine con la Siria. Visioni da cui vogliamo partire per raccontare le condizioni di vita, le battaglie politiche , le storie e le scelte di chi oggi vive in un territorio – quello al confine tra la Turchia e la Siria – dove si consuma da 6 anni ormai, una delle battaglie più dure della guerra più lunga , complessa e disastrosa degli ultimi anni .
Nove film per raccontare diversi aspetti della storia della popolazione curda, che continua , da più di quarant’anni, a resistere, nel panorama di un paese, la Turchia, dove ogni giorno si restringono sempre più gli spazi di libertà, si chiudono giornali e televisioni indipendenti. Un paese dove anche fare cinema di denuncia, se si è parte di una forza di opposizione, diventa sempre più difficile.
Una condizione troppo spesso dimenticata e tralasciata dai mezzi di informazione nostrani, relegata a questione di principio , quasi a dimenticare che dentro il coprifuoco, lo stato d’emeregenza e gli arresti arbitrari vivono centinaia di migliaia di persone.
a cura di Rete Kurdistan Roma
KOMALEYA AKADEMIYA
SINEMAYE YA ROJHILATA NAVIN