Giornata a Sostegno di GASSP

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Dalle ore 13 al Casale Alba 2 (Via Fermo Corni) pranzo sociale di autofinanziamento del GASSP (Gruppo d’azione per il sapere e lo sport popolare).
Dalle ore 16 Partita di Calcio al campo Mammut (Via Briziarelli)

L’altra faccia di Mafia capitale, degli impicci sottobanco tra potenti (e) politicanti che mangiano sul lavoro di chi vive a Roma. L’altra faccia di quartieri la cui storia e identità vengono vendute al consumismo, all’egoismo, a un modello di città che arricchisce pochi e peggiora la vita di molti. L’altra faccia di questo baratro che vive Roma solamente può essere la partecipazione popolare, il vivere comune, lo stare insieme per costruire dei quartieri e delle periferie vivibili, aperti, inclusivi.

Come sempre, in campagna elettorale le periferie riappaiono come per magia nella cartina di Roma, per poi tornare nuovamente a scomparire nell’abbandono delle Istituzioni e della politica dei palazzi(nari). Al contrario, ci sono tante e tanti giovani che si sono stufati di abbassare la testa verso questa situazione infelice e ingiusta e vogliono –per davvero- mettere la periferia al centro, vogliono organizzarsi per migliorare la propria vita e il proprio quartiere.

Giovani che decidono di pensare e sviluppare modelli diversi di quartiere, alternativi, dove il divertimento non finisca in una birra che vale un’ora di lavoro per un cameriere. Di sabotare l’indifferenza e l’individualismo che vogliono imporci come unico modo di vita possibile, per creare una barricata contro il dilagare di nuove forme di fascismo, razzismo, sessismo. Ché solamente servono a mettere i poveri in guerra tra loro, a evitare che la guerra sia fatta invece a chi con la crisi che viviamo ci mangia e s’arrichisce.

Per tutti questi giovani che, con sensibilità e idee anche diverse, si organizzano e si uniscono nella costruzione di un modello alternativo di quartiere e di città, il nostro “Gruppo d’azione per il sapere e lo sport popolare”, GASSP, vuole fare da cornice, da collante e da motore nelle strade e per le piazze di Monte Sacro.

In un territorio diventato oramai il centro e il crocevia di tutta la periferia nordorientale, ci organizzeremo per realizzare attività culturali e sportive che possano servire come metafora di un’altra periferia. Una periferia popolare e partecipativa, in cui sono proprio i giovani e gli abitanti a prendere in mano il loro destino, la loro vita, il loro quartiere. Vogliamo trasformare spazi pubblici abbandonati al degrado in campi da calcio, e piazze vuote in arene di teatro e sale da cinema. Giocare a calcio in piazza vuol dire infatti riprendersi la strada, far vedere ai bambini e le bambine un modo per giocare e allo stesso tempo conoscere gli spazi che abitiamo. Così, il cinema, il teatro, la cultura, se fatte in strada, alla portata di tutte le persone, hanno la capacità di educarci a pensare, sognare e lottare per una vita migliore.

Sappiamo benissimo che le parole se le porta via il vento, e le chiacchiere valgono anche meno di zero. Se il modo migliore di dire una cosa è farla, allora il modo migliore per costruire una città diversa è partire dalla creazione di spazi alternativi nei nostri quartieri, nella periferia, per le strade e piazze che abitiamo, giorno dopo giorno. Per questo, con l’augurio che grazie alla nostre attività il quartiere possa piano piano riconoscerci -ma anche riconoscersi nelle nostre idee e modi di fare- invitiamo tutte e tutti i giovani a partecipare a questo nuovo progetto popolare, dal basso, resistente e ribelle. Capiamo anche che organizzarsi ed unirsi è una sfida difficile visti i tempi che corrono, vuol dire scegliere una rotta controcorrente, in un mondo su cui soffia il vento dell’individualismo e dell’indifferenza. Ma alzare la testa e provarci non è mai un errore. D’altronde, qualcuno ci ha insegnato che “l’unica battaglia già persa è quella che si ha paura di combattere”.

GASSP (Gruppo d’azione per il sapere e lo sport popolare),

Domenica 17 Aprile Referendum sulle “trivelle”: una piccola riflessione

 

Il 17 aprile prossimo i cittadini italiani saranno chiamati a pronunciarsi su un quesito referendario che riguarda l’abrogazione della legge sulle trivellazioni , esclusivamente “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”. La norma sottoposta a referendum abrogativo si trova nella legge di Stabilità 2016. In pratica , se si desidera abrogare la concessione alle piattaforme di estrazione marina entro le 12 miglia dalla costa fino ad esaurimento del giacimento , si dovrà votare SI’.

La feroce propaganda anti-referendum, che mira al non raggiungimento del quorum o alla vittoria del NO e , quindi, al fallimento del referendum stesso , è promossa da quello stesso gruppo di potere , politico e finanziario, che supporta tutte le grandi opere definite “strategiche” come la TAV, il MUOS, il MOSE e gli altri ecomostri vicini e lontani, fucina di devastazioni, affari e speculazioni neanche troppo velate, come dimostra il recente scandalo che coinvolge proprio la multinazionale Total e le sue attività estrattive in Basilicata.

Non un problema di “mele marce”, ma un modus operandi. Lo stesso sistema che porta sul quadrante tiburtino tonnellate di cemento e devastazioni, come il LIDL nell’area dell’ex Gerini, i Punti Verde Qualità, la mega-antenna di Ponte Mammolo, i casinò della Tiburtina, lo stesso tentativo di cementificazione che tre anni fa è stato stoppato con la riappropriazione del Casale Alba 2: ingenti profitti sulla pelle degli abitanti e dei territori, disinteresse per la salute ambientale e della collettività.

Aldilà del risultato, comunque, questo referendum va inteso, più che come pratica di presunta democrazia, come una forte richiesta di un “cambio di rotta” per quanto riguarda le scelte politiche e ambientali di questo Paese. Non solo circa la necessità di abbandonare le fonti energetiche fossili ed optare per quelle rinnovabili , ma anche a favore di un maggiore rispetto per l’ambiente, per l’organizzazione di un lavoro più accettabile e a misura d’uomo, per la salvaguardia del suolo , per un’esistenza “lenta” che permetta a noi tutti di tornare ad essere umani.

E’ evidente che il risultato delle urne non rappresenterà un punto di arrivo, sia per la parzialità dei quesiti, sia perchè questa consultazione referendaria è il risultato di beghe interne al partito di governo, sia sopratutto perchè solo lottando per ciò che amiamo, difendendo i territori giorno dopo giorno, si potrà garantire l’effettiva applicazione della volontà popolare. I referendum sull’acqua pubblica e sul nucleare, disattesi in larga parte d’Italia, dimostrano che anche il voto di milioni di persone può essere inutile se dal basso non ci si attiva quotidianamente per fa rispettare gli interessi della collettività.

Votare SI, dunque, ma con la consapevolezza che, dal giorno successivo, resterà solo la lotta di tutti i giorni per far rispettare la contrarietà alle trivellazioni in mare, come a tutte le altre devastazioni ambientali.

 

Per maggiori informazioni: http://www.notriv.com/

 

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“Che succede nel quadrante tiburtino?” – Ciclo di iniziative a cura del Nodo Territoriale Tiburtina

 

Il Nodo Territoriale Tiburtina promuove nel mese di Aprile una serie di inziative dislocate nei quartieri delLA Tiburtina per denunciare le molte criticità di questo territorio e formulare delle proposte concrete.

Nel quadrante tiburtino, all’abbandono pressocchè totale delle amministrazioni comunali e municipali alcuni comitati rispondono dal basso con iniziative, azioni dirette a migliorare il territorio e monitoraggio di quelle attività “di palazzo” che sono sempre più lontane dalle esigenze dei quartieri. L’attuale periodo di campagna elettorale è emblematico di quante promesse mai mantenute vengano fatte nel teatrino partitico da coloro che, in maniera bipartisan, hanno amministrato finora Roma e il nostro Municipio conducendo le criticità ai livelli attuali.

In particolare, queste iniziative saranno incentrate sulle tematiche della vendita delle case popolari, della speculazione dei Punti Verde Qualità, della costruzione di una mega-antenna nei pressi della stazione Metro Ponte Mammolo, dei livelli di polveri sottili pm10 stabilmente al di sopra dei limiti per la salute, della privatizzazione del trasporto pubblico. Tematiche che, per incapacità o volontà politica, continuano a non trovare soluzione nè tantomeno coinvolgimento del territorio da parte istituzionale, facendo giungere a esasperazioni e degenerazioni interi quartieri.

Oltre al piano di denuncia, si discuteranno le prospettive concrete in relazione a ciascuna problematica e verrà presentata la proposta di un’estate tiburtina da costruire in maniera autonoma con comitati e realtà sociali del territorio per sopperire alla carenza di spazi di socialità e cultura.

 

Calendario:

 

Tiburtino III: mercoledì 13/4 h.17:30 @ via Grotta di Gregna

Pietralata: sabato 16/4 h.10:30 Largo di Pietralata

Ponte Mammolo: domenica 24/4 h.11:30 Via Briziarelli

San Basilio: giovedì 28 Aprile h.17:30 Piazzale Recanati

 

SUL QUADRANTE TIBURTINO DECIDONO GLI ABITANTI!

 

NodoTiburtina

Domenica 10 Aprile il Gruppo Economia presenta” Produttività e crisi in Europa”

 

La produttività è una parola sentita e risentita nel dibattito politico odierno, si tratta di un concetto complesso e un valore affatto semplice da ottenere, e quindi facilmente strumentalizzabile. Con la produttività del lavoro si cerca di esprimere l’apporto del lavoro al valore della produzione, essa è influenzata quindi dal livello dei salari, dalle innovazioni tecnologiche, dall’organizzazione del processo produttivo e anche dal potere contrattuale dei lavoratori.

Si deduce quindi che questo valore dovrebbe avere un trend simile se non uguale a quello dei salari, ma non è quello che sta succedendo. Nei paesi dell’eurozona, come anche negli USA, dagli anni 80 si nota che i salari sono cresciuti meno della produttività. Da quell’epoca infatti i salari sono rimasti contenuti nel tentativo delle forze politiche di contenere i prezzi, il risultato è che tutto il valore del prodotto in eccesso ai pagamenti dei salari è finito nelle tasche dei capitalisti.

Ma torniamo ad oggi, nel mercato globalizzato che la rivoluzione neoliberista degli anni 80 ha creato, oggi questa economia è in crisi e ancora una volta chi deve pagare è il “fattore lavoro”. Dopo aver stipendiato tutti quegli impreditori che hanno visto detassare i propri costi di produzione (i salari) con la progressiva precarizzazione del lavoro, ai lavoratori viene addossata anche la responsabilità di “uscire dalla crisi” accettando questi bassi salari nel nome della competitività.

Cerchiamo di discuterne con Gianluigi Nocella ricercatore in economia politica alla Sapienza.

 

h.13 Pranzo sociale a sostegno del laboratorio di teatro

h.15:30 Incontro e dibattito

 

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