Roma non si vende e non si sgombera: la difesa degli spazi e dei servizi pubblici a Roma richiede l’impegno di tutti!

 

L’aria di questa citta’ e’ormai irrespirabile. La politica partitica, sempre piu’screditata, ha ceduto il passo a prefetti e commissari, i c.d. “tecnici” che,  liberi da vincoli di sorta, procedono come bulldozer  nell’attuare politiche di austerita’che hanno per stella polare i  vincoli di bilancio imposti dall’Europa ai nostri zelanti governi , come Patto di stabilita’ e Fiscal compact. Nessuna considerazione  per la volontà’, le esigenze e la qualita’della vita delle persone.

 

E’in questo quadro che il commissario Tronca ha emanato il DUP (Documento  unico di programmazione) che incombe sulla citta’ prospettando lacrime e sangue per gli anni a venire.

Si vorrebbe sanare il bilancio del Comune, in grave deficit a causa soprattutto di cattiva gestione e sperperi, imponendo sacrifici a chi non l’ha prodotto, non essendo stato parte di Mafia capitale o d’altre “consorterie ”. Dietro le disfunzioni del pubblico, è ormai acclarato, c’è la volontà di inserire il privato. E, dunque, più profitti per grandi compagnie e cooperative, meno servizi, perdita di diritti e condizioni di lavoro peggiori, licenziamenti, privatizzazioni, alienazione del patrimonio pubblico.

 

In questo ambito si inserisce anche un’operazione, in corso, per lo sgombero di tutti gli spazi autogestiti e/o occupati, tanto che moltissime realta’ come la nostra hanno ricevuto ingiunzioni di rilascio, spesso accompagnate da esose richieste di pagamento, e tante altre, come quelle che rispondono alla stringente emergenza abitativa della città, hanno visto la forza pubblica bussare alla propria porta. Si vorrebbero cancellare l’impegno e la passione di chi cerca di rendere Roma una città accogliente e partecipata; e di far piazza pulita di esperienze che, tra mille contraddizioni e difficoltà, cercano di rendere una città qualcosa di diverso e di migliore di un insieme di edifici costruiti l’uno vicino all’altro o, peggio, di un agglomerato di centri commerciali.  Per molti, oltre al danno, la beffa: si vuole che i locali, una volta svuotati, vengano sottoposti ad un bando pubblico, lo stesso strumento che ha reso possibili le peggiori regalie e speculazioni.

 

Sebbene non abbiamo ancora ricevuto alcun tipo di minaccia e/o contatto in questo senso, abbiamo motivo di esser seriamente preoccupati, oltre che indignati e solidali con gli spazi coinvolti in questa operazione, anche per il Parco di Aguzzano e i suoi casali. Non è con la ruspa e il libero mercato che una città può vivere; è ora di alzarsi in piedi e dirlo chiaramente. E’ necessario dare, tutti insieme, una risposta forte a chi intende cancellare, perché scomode, le realtà sociali che dal basso provano ogni giorno a costruire nuove relazioni umane a partire dalle infinità di bisogni inascoltati che si vivono in periferia.

 

Chiediamo con determinazione che, in occasione del giubileo, il commissario Tronca si limiti all’amministrazione ordinaria e venga concessa una moratoria immediata agli sgomberi e agli sfratti, lo stop alle privatizzazioni dei servizi. Chiediamo, in definitiva, che le decisioni su come gestire la città , i suoi quartieri, i suoi spazi e i suoi servizi siano finalmente patrimonio della collettività, e non affare di palazzo tra amministratori conniventi e affaristi speculatori.

 

Invitiamo tutti coloro che vivono, attraversano, usufruiscono del Casale a contribuire alla difesa degli spazi di socialità libera e disinteressata attraverso il mezzo più semplice: renderli luoghi sempre più vivi attraverso la partecipazione attiva, perché l’unica legittimazione realmente efficace è quella delle persone e dei quartieri in cui questi spazi sono inseriti.

 

Invitiamo, inoltre, a partecipare alla  manifestazione cittadina che si terra’ il 19 Marzo per una moratoria degli sfratti, degli sgomberi e delle privatizzazioni.

 

 

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