22 Febbraio Giornata contro la devastazione dei territori

Senzanome

 

Nella giornata del 22 febbraio il Movimento NO TAV ha indetto e proposto una giornata nazionale di mobilitazione contro la devastazione dei territori, invitando alla partecipazione tutte quelle realtà che resistono e si battono contro lo spreco delle risorse e la devastazioni ambientali in nome dei profitti. Una giornata di lotta da caratterizzare territorio per territorio in opposizione alle scelte di chi prentende di comandare tenendo conto solamente degli interessi dei potentati, delle lobby, delle banche e delle mafie a danno della comunità.

La lotta contro le devastazioni, e in particolare quella contro l’alta velocità, significa rivendicare non solo un altro mezzo di trasporto, ma un’altra società. Il folle inseguimento della rapidità di circolazione è la caratteristica principale assunta dalle merci, siano esse prodotti di consumo, informazioni o esseri umani. Le reti telematiche, telefoniche e satellitari, le rotte del traffico automobilistico, aereo, marittimo e ferroviario stanno ingabbiando in modo sempre più veloce la totalità dello spazio e del tempo e con essi i bisogni dell’uomo: una specie di frenesia senza fine né via d’uscita in cui le relazioni umane e le specificità locali sono schiacciate dalla globalizzazione.
Perciò opporsi al TAV significa esprimere una forte contrarietà anche all’automobile, all’urbanizzazione selvaggia, alla vita artificiale. Sappiamo bene che la lentezza è una virtù, che l’ultravelocità è funzionale solo agli affari della classe dominante e soprattutto che non è ammissibile decidere dall’alto in nome del dio denaro le sorti di un territorio e di una comunità.

La giornata è lanciata nell’ambito di un duro percorso di criminalizzazione e demonizzazione che i ribelli valsusini, e non solo, stanno affrontando.  L’ultima trovata della magistratura torinese è stata la contestazione, a 4 compagni arrestati per un sabotaggio ai mezzi del cantiere, del reato di “costringere i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto” (in questo caso il finanziamento e la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione), “arrecando così un grave danno all’Italia e all’Unione Europea”, come recita l’art. 270 _sexies_ c.p.  Contenuto all’interno del cosiddetto “Pacchetto Pisanu” (luglio 2005), quest’articolo  doveva servire a riformulare, ampliandola notevolmente, la definizione di “condotta terroristica”, sfruttando l’onda emotiva suscitata dalle stragi attribuite ad Al-Quaeda di Madrid del 2004 e di Londra del 2005. Le nuove norme, apparentemente approntate contro le bombe di Madrid (che costrinsero il governo di Zapatero a ritirare le truppe dall’Iraq), si caratterizzavano per una voluta vaghezza che indica una precisa volontà di utilizzo in altri contesti.

La Valle e si sta perciò mobilitando contro il delirante utilizzo delle leggi da parte della magitratura in solidarietà ai compagni di lotta incarcerati, ai compagni di lotta già condannati, a quella innumerevole schiera di resistenti che ancora deve affrontare il giudizio. La difesa di chi viene ingiustamente perseguitato non è solo un atto di doverosa solidarietà, ma è la rivendicazione testarda della lotta e delle sue ragioni.
Cogliere la posta in gioco di questa operazione repressiva e rilanciare le resistenze, in Valle come altrove, è faccenda di ciascuno e di tutti!

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