ATTENZIONE, QUESTA è UNA SPECULAZIONE!

Il Parco Kolbe fa parte del progetto “Punti Verde Qualità”, un accordo che dal 1995 fà parlare di sè per la scandalosa gestione dei fondi e degli spazi pubblici portata avanti in maniera bipartisan dalle varie amministrazioni Rutelli, Veltroni ed Alemanno. I punti verdi, come afferma la delibera 169/95, sono concessioni comunali gratuite di aree verdi ad imprese private della durata di 33 anni, per la progettazione e realizzazione di attività commerciali in cambio della manutenzione e “rivalorizzazione” dei siti. Da 18 anni ad oggi il Campidoglio ha firmato più di 600 milioni di euro di fideiussioni (garanzie) alle banche che hanno finanziato i progetti delle ditte, coprendo il 95% dei costi totali necessari ai lavori nei “Punti”. La situazione ad oggi è una fotografia che dice tutto: su 67 concessioni solo 17 sono “completate”, 9 in via di realizzazione, 16 in fase di progettazione e 20 bloccate in attesa di ricollocazione. Di queste 19 sono sotto inchiesta, con tanto di arresti degli architetti comunali Stefano Volpe e Maria Parisi e gli imprenditori Massimo Dolce e Marco Bernardini, arrestati con l’accusa di truffa, corruzione e falso per aver ottenuto le aree pagando tangenti ai funzionari del Comune; tra essi anche Visconti, dirigente del X dipartimento ambiente preposto alla vigilanza sulle aree.

Nel V Municipio ci sono tre PvQ: uno a San Basilio, il cui concessionario è Fabrizio Moro, non a caso titolare di ben 4 “Punti”, dove, come un’oasi nel deserto, sorge un centro sportivo con palestra, piscina, campi da calcetto e ristorazione con prezzi difficilmente sostenibili dai più; il secondo è il Parco Feronia a Pietralata, abbandonato a sè stesso dopo una storia fatta di fatture gonfiate, lavori mai finiti e morosità delle ditte coperta dai fondi pubblici; il terzo è proprio quello del Kolbe.

Gli intrecci del Kolbe con gli altri “Punti” sono molteplici, a partire dalla società concessionaria dei lavori, la Edil House 80, che è in stretti rapporti con la dirimpettaia del Parco Feronia, la Luoghi del Tempo Srl. Andrea Munno, l’imprenditore-ombra che ha gestito l’affare, oltre ad avere nel curriculum precedenti per bancarotta fraudolenta, è il ritratto di un sistema che ha le sue radici in Campidoglio e che, negli ultimi anni,ha strizzato l’ occhio all’ estrema destra nelle cui fila è cresciuto anche il primo cittadino: non a caso è stato militante dei “Nuclei Armati Rivoluzionari” e carcerato insieme ad Alemanno. Nella fattispecie la Edil House 80 è sospettata di aver emesso fatture per 8 milioni di euro di lavori non corrispondenti a realtà e di avere dei significativi problemi di morosità con i mutui concessi dagli istituti di credito e garantiti dal Comune, la cui entità, per volere delle stesse banche Credito Cooperativo e Credito sportivo, non è data sapere. Inoltre l’area circostante il centro fitness, dove prima sorgeva un campo da calcio e un’area verde abbandonata, è stata interamente chiusa e recintata, tanto che la notte è stato impedito persino il passaggio pedonale tra la fermata della metro e via di Casal dè Pazzi. E’ inaccettabile che il Comune garantisca credito illimitato a soggetti che poi scaricano sulla comunità i costi dei loro profitti e, assumendo una veste di “proprietari” delle aree che gestiscono come quella del Parco Kolbe, credono di poter fare il loro comodo costruendo parcheggi e recinzioni simboli dei loro inganni.

Come se non bastasse, il nostro quadrante è interessato da imminenti nuove manovre speculative in relazione al prolungamento della metro B da Rebibbia a Casal Monastero, di cui parte del costo totale di 556 milioni di euro dovrebbe essere coperto tramite la “valorizzazione” di alcune aree del V municipio, ovvero lo smantellamento dei parcheggi di Rebibbia (ampliato nel 2010 con 3 milioni di euro), S. Maria del Soccorso e Monti Tiburtini per la realizzazione di grattacieli alti 25 piani. L’ennesima cementificazione in un municipio dove essa raggiunge già il 60 % della superifice totale. Speculazioni edili che, oltre a intaccare un territorio già saturo, non creeranno nulla di diverso da impiego lavorativo precario senza sicurezza e abitazioni a costi esorbitanti, in aggiunta agli altri 200.000 immobili vuoti già presenti in città.

Siamo stanchi di inchinarci alle truffe di privati e amministrazioni che, dietro una facciata di servizi sempre più costosi come quello del centro fitness o della nuova metropolitana, perseguono solo gli interessi del loro portafogli. Il degrado non si combatte a colpi di cemento e milioni di euro, ma con le proposte e l’azione delle persone che vivono un territorio e conoscono i suoi problemi, le sue criticità e i suoi veri bisogni. Difendiamo i nostri spazi, non lasciamo che i faccendieri di turno in nome del soldo siano padroni di ciò che appartiene a tutti!

Coordinamento per la Tutela del Parco di Aguzzano – Osservatorio contro la devastazione ambientale

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