Casale Alba 1

 

Quella di Aguzzano e dei suoi Casali è una storia, anzi più storie, di comunità sociali, di
cultura e di lotte ecologiste. Tra gli eventi più importanti quello della lotta per
l’istituzione del Parco nel 1989, che ha strappato questo polmone verde alla
cementificazione, è forse la più conosciuta. Ben prima di queste manifestazioni, iniziate
nell’84, il Parco di Aguzzano e alcuni dei suoi Casali erano vissuti dalla comunità
territoriale in quanto luoghi di condivisione sociale. Sono proprio questi luoghi che
ancora oggi contribuiscono a formare una coscienza unitaria territoriale basata sulla
partecipazione.
Questo è il Casale A.L.B.A. 1, uno dei casali storici del Parco Regionale Urbano di
Aguzzano. Il nome A.L.B.A. trae la sua origine dalla società Anonima Laziale Bonifiche
Agrarie che nel 1922 bonificò l’area e costruì i vari casali sparsi per il parco che oggi è
possibile vedere. Nonostante si trattasse di edifici destinati inizialmente ad uso
esclusivamente agricolo dai primi anni ’70 il piano inferiore di questo casale, un tempo
adibito a stalla per le mucche, ospitava la messa domenicale e altri eventi liturgici e
laici organizzati da e per gli abitanti delle zone limitrofe, principalmente del quartiere
Rebibbia; da qui il secondo nome del casale: Casale del Padre Nostro. La sua importanza
in quanto luogo di aggregazione emerge soprattutto grazie soprattutto all’Anfiteatro di
tufo antistante al casale, costruito dagli abitanti del quartiere nei primi anni ’80.
Proprio questo anfiteatro è stato il protagonista di moltissimi eventi comunitari della
popolazione di Rebibbia: feste di matrimonio, compleanni, battesimi e tanto altro. Sono
in molti a ricordare il clima di coesione sociale che si respirava in quegli anni. La signora
G. ricorda come in questo anfiteatro:
«[…] ci sono stati già dei matrimoni, le vecchie persone che abitavano qua ci si sono
sposati. Io ho fatto la comunione ai miei figli qua in questo anfiteatro. Ma qui non né come
si vede adesso. Se tu noti al centro c’è una specie di croce, questo verde, e c’era l’altare
fatto di tufo. Lì dove è finito quel pezzetto di muretto c’era un cristo che adesso sta a San
Gelasio, che ci avevano donato. Si facevano delle cerimonie a tutti gli effetti, veniva il
Vescovo insomma era molto vissuto questo ambiente. Questo anfiteatro lo abbiamo fatto
noi un po’ tutti quanti quelli cha abitavano qua, proprio manualmente.»
Il signor D. ricorda invece come lo spettacolo scritto da alcuni dei giovani del quartiere
tra gli anni ’70 e ‘80 chiamato “Questa famiglia è da rifare”:
«si tenne all’interno del Casale ALBA 1. Si c’era la chiesa e Don Franco ci ospitò dentro. ma
non era divisa come è divisa adesso, è stato inframezzato, perchè quella era una stalla
inizialmente. C’erano le mucche all’interno della…i contadini lavoravano sopra e sotto c’era la stalla.»
Dopo una infruttuosa gestione dello stabile da parte dell’associazione Artemisia, oggi il
Casale A.L.B.A. 1 versa in stato di degrado e abbandono. L’anfiteatro di tufo invece ha
ritrovato una nuova vita nel marzo 2019 grazie all’intervento di restauro del Forum per
la Tutela del Parco di Aguzzano, un collettivo associazioni di quartiere, individui giovani
e meno giovani che hanno a cuore le sorti del parco e dei suoi casali.